Un’interpellanza di Giacomo Garzoli chiede di fare luce sulle segnalazioni alla Magistratura da parte dell’UEF
BELLINZONA - La situazione dei cosiddetti fallimenti fraudolenti in Ticino preoccupa. Nel nostro cantone il fenomeno, numeri alla mano, ha una frequenza che corrisponde a circa il quadruplo rispetto alla media nazionale.
La recente discussione in Parlamento - che martedì scorso ha dato luce verde alla riorganizzazione del settore esecuzione e fallimenti, con obbligo per il Governo di presentare un rapporto sulle criticità fra due anni - non sembra però aver «offerto risposte» in merito. Parole, quelle di UNIA, riprese oggi anche dal PLRT e in particolare da Giacomo Garzoli, relatore del rapporto su cui si è espresso il plenum.
L'interpellanza al Governo - «Gobbi non ha fornito risposte rassicuranti, affermando che le segnalazioni da parte dell'UEF alla Magistratura in caso di indizi di reato riscontrati nelle procedure fallimentari sono poche e carenti. Serve un quadro completo per capire il fenomeno», afferma il deputato liberale radicale che ha presentato un’interpellanza al Consiglio di Stato al fine di comprendere «se la situazione dal profilo della prevenzione stia tendenzialmente migliorando o meno».
Nel dettaglio, Garzoli chiede di indicare quante segnalazioni alla Magistratura sono state effettuate da parte dell’UEF dal 2014 ad oggi, distinguendo il conteggio in due parti: prima e dopo che l’ufficiale che se ne occupava ha lasciato la sua funzione all’inizio dello scorso anno.
Un atto che vuole «contribuire a garantire il buon funzionamento dell'intero settore esecutivo e fallimentare quale condizione quadro fondamentale del contesto economico del nostro Cantone. Questo non solo finora non è stato fatto, ma si è avuta la netta impressione che non vi sia ancora oggi la capacità di leggere la gravità della situazione e il rischio, altrettanto grave, di un progressivo ulteriore deterioramento
Le domande dell'interpellanza