Dalla loro testimonianza erano emersi i casi di maltrattamenti presso il centro anziani di Balerna, ma ora nessuno vuole assumerli. Robbiani si rivolge al Consiglio di Stato
BELLINZONA - «Abbiamo perso tutto, ci hanno lasciato soli e nessuno vuole più assumerci». È questa la denuncia dei quattro ex dipendenti che a suo tempo permisero di scoperchiare i casi di maltrattamento all’interno della casa anziani di Balerna. Dalle pagine del Caffè di ieri emerge una situazione allarmante: condannati alla disoccupazione, non vengono assunti neppure per eseguire lavori di pulizia, ricevono solo porte in faccia, e la domanda al colloquio è “lei da che parte stava?”.
Una situazione che oltre a essere dannosa per queste quattro persone - che hanno consentito di fermare maltrattamenti, soprusi e coazione -, scoraggia a parlare chiunque sia a conoscenza di problemi all’interno di strutture pubbliche o negli uffici dell’amministrazione, con la paura che «poi lo Stato ti lascia solo alla deriva».
Ne è convinto Massimiliano Robbiani, che questa mattina ha inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato. «Il grave clima di omertà deve finire al più presto e non alimentato con questi comportamenti menefreghisti da parti di chi dovrebbe aiutarti».
«Perché noi che abbiamo avuto il coraggio di parlare non troviamo più lavoro in tutto il Ticino?». Una domanda che la ex dipendente della casa anziani di Balerna rivolge al direttore del DSS Paolo Beltraminelli, a cui ricorda che l’unica loro responsabilità è stata di «denunciare l’omertà che avvolge il settore sanitario del cantone».
Il deputato della Lega chiede quindi al Consiglio di Stato «come mai» non abbia aiutato gli ex dipendenti a trovare un altro impiego, anziché «lasciarli alla deriva». E, più in generale, «come si comporta il Governo con chi denuncia soprusi, abusi sessuali, malversazioni» e quanti sono i casi di cui è a conoscenza «di ex collaboratori che, dopo aver denunciato fatti poco chiari, si sono ritrovati a cercare un nuovo impiego».