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LOCARNOPUC-Piano di Magadino: «Il Gran Consiglio segua la sua commissione»

17.01.19 - 14:55
I Verdi del Locarnese chiedono appoggio agli altri partiti per il «rispetto dei ticinesi sulla sovranità alimentare e la protezione dei terreni agricoli»
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PUC-Piano di Magadino: «Il Gran Consiglio segua la sua commissione»
I Verdi del Locarnese chiedono appoggio agli altri partiti per il «rispetto dei ticinesi sulla sovranità alimentare e la protezione dei terreni agricoli»

LOCARNO - «L’annosa questione sull’abusività della lavorazione degli scarti da giardino che voleva essere risolta con una infelice proposta governativa, ha ricevuto (giustamente) il parere negativo della maggioranza commissionale. Ora starà al Gran Consiglio, si spera, dire l’ultima e definitiva parola, sullo stralcio o meno del messaggio governativo in merito alla variante del PUC (piano di utilizzazione cantonale) Piano di Magadino». Così, in un comunicato stampa odierno, i Verdi del Locarnese.

«Il movimento ecologista - proseguono - si è sempre opposto a soluzioni che sacrificassero inutilmente territorio agricolo. Queste indispensabili superfici agricole ticinesi rappresentano meno del 4% di tutto il territorio agricolo cantonale, essendo esso formato per circa il 70% da alpeggi, sui quali è evidentemente impossibile seminare cereali, patate, verdure e soia». Per i Verdi sarebbe «giusto e coraggioso» essere tutti assieme (compresi i leghisti) concordanti almeno su 5 aspetti, indipendentemente dall’appartenenza politica:

a) rispettare la volontà espressa dell’88% dei ticinesi sulla sovranità alimentare (leggi anche sicurezza alimentare);
b) preservare quel poco che resta di terreni agricoli, soprattutto ora che la richiesta di prodotti regionali è in aumento e permette di sviluppare e mantenere posti di lavoro locali;
c) inutile sperperare ben 1 milione di franchi di fondi pubblici per una modifica pianificatoria che va contro il progetto del Parco del Piano di Magadino approvato dallo stesso GC; meglio se questi soldi venissero utilizzati per implementare le attività del Parco;
d) vi sono soluzioni meno costose in termini ambientali (energia, trasporti, ecc.) le quali valorizzano degli scarti invece che farli diventare un costo di smaltimento per le tasche dei cittadini;
e) infine si eviterebbe una soluzione che appare ampiamente come una concorrenza sleale verso altre ditte che si occupano della lavorazione degli scarti verdi le quali rispettando le normative pianificatorie di una lavorazione a tutti gli effetti industriale inconciliabile in zona agricola. 

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