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CANTONECaso Argo 1, la Commissione: «Il ruolo del governo è venuto meno»

13.01.19 - 10:18
Il rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta bacchetta il governo, i dipartimenti e i funzionari
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Caso Argo 1, la Commissione: «Il ruolo del governo è venuto meno»
Il rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta bacchetta il governo, i dipartimenti e i funzionari

BELLINZONA - «Il ruolo del governo è venuto meno». Anche il Consiglio di Stato, oltre al direttore del Dss Paolo Beltraminelli, ha responsabilità nello scandalo Argo 1. È la conclusione alla quale è giunta la Commissione parlamentare d’inchiesta (cpi) nel suo rapporto, riportato oggi dal Caffè.

Le responsabilità del governo, illustra il rapporto, sono quelle di aver lasciato la gestione della situazione solo a livello dipartimentale «senza una concreta presa di consapevolezza governativa», nonostante le sollecitazioni del Gran Consiglio. Le ripercussioni dell’emergenza migranti, dice il rapporto, «travalicavano l’ambito operativo del Dss».

Inoltre la Cpi si china anche sulla richiesta di collocamento a riposo anticipato di Renato Scheurer, ex capoufficio del sostegno sociale e dell’inserimento, accolta dal governo. La Commissione si chiede come mai sia stata accordata tale richiesta nonostante l’inchiesta penale non fosse ancora conclusa. Inoltre, secondo il rapporto, Schurer ha gestito la situazione con «approssimazione e superficialità». Si è inoltre sottratto ai propri compiti di vigilanza e verifica, e ha ritrattato alcune affermazioni.

Il direttore del Dss Paolo Beltraminelli è invece rimproverato per aver sottovalutato il problema e sopravvalutato i suoi collaboratori. Secondo il rapporto Paolo Beltraminelli non ha avuto un ruolo attivo nella vicenda, ma la sua passività ha permesso ai suoi collaboratori di gestire la vicenda senza seguire le regole. Sempre nell’ambito del Dss, la cpi esprime parole dure nei confronti di Claudio Blotti, che fino al 2016 era a capo della divisione dell’azione sociale. Blotti non ha vigilato sul rispetto delle leggi, e ha utilizzato la situazione di emergenza per motivare l’attribuzione dei mandati senza una risoluzione governativa. Insieme a Scheurer, Blotti ha inoltre violato a più riprese il regolamento sulle deleghe.

Renato Bernasconi, come responsabile della sezione delle finanze, secondo la cpi ha commesso «una serie di leggerezze e disfunzioni» che hanno poi permesso il pagamento di fatture senza i necessari giustificativi. Come capo della Divisione dell’azione sociale, ruolo ricoperto dall’ottobre del 2016, Bernasconi nel rapporto viene rimproverato per non aver avvisato Beltraminelli del caso di Bormio e dell’incontro con Carmela Fiorini e Fiorenzo Dadò, avvenuto nel suo ufficio.

Infine viene bacchettato anche il Dfe, dove nella Sezione delle finanze si sono riscontrate «importanti negligenze. Si è vista una mancanza di comunicazione gerarchica che ha favorito alcune disfunzioni nei procedimenti di controllo e vigilanza».

In ultimo anche il Dipartimento delle istituzioni viene menzionato nel rapporto per «non aver colto la portata del problema».

Le persone coinvolte, una decina in totale, hanno tempo fino a giovedì per presentare delle osservazioni. Successivamente verrà consegnato al Governo.

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