Il Governo ha risposto ad un'interrogazione interpartitica che chiede di «valorizzare» il ruolo di questa categoria professionale
BELLINZONA - «L’acqua è all’origine… ma facciamo ancora troppo poco per la sua salvaguardia». Era questo l'incipit di un'interrogazione interpartitica presentata da Henrik Bang Raoul Ghisletta (PS), Felice Campana, Ivano Lurati (Lega), Alessandro Cedraschi, Fabio Schnellmann (PLR), Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini (PPD) alla quale il Governo ha risposto negli scorsi giorni.
Il testo chiedeva sostanzialmente di salvaguardare la categoria professionale dei fontanieri, che conta oltre 1'000 dipendenti in Svizzera interna, ma che in Ticino fatica ad aumentare i propri effettivi. Per questo motivo gli interroganti avevano chiesto quanti fontanieri erano stati formati (nel 2017) in Ticino. «Dal 2012 hanno partecipato al corso di formazione 80 candidati», specifica il Governo. «Di questi 5 si sono ritirati dagli esami mentre 11 non li hanno superati. In totale quindi sono 64 i fontanieri formati in lingua italiana. 60 di loro operano in Ticino, 2 nel Grigioni Italiano, 1 nel Canton Argovia e 1 in Italia», precisa il Cantone.
Ma 64 fontanieri formati in cinque anni è un numero sufficiente? Il Governo guarda al futuro con ottimismo. «Idealmente - si legge nella risposta - ogni azienda acqua potabile comunale dovrebbe far capo ad un fontaniere. Considerando che in Ticino ci sono (attualmente) 115 comuni, l'obiettivo potrebbe essere raggiunto entro 10 anni».