Il voto dell'entrata in materia sul rapporto di maggioranza è finito in pareggio. Per legge, la votazione si ripete senza discussione alla seduta successiva
BELLINZONA - «Visto che è finita in pareggio, non si può continuare l'esame della trattanda». Si è conclusa con queste parole di Pelin Kandemir-Bordoli la discussione in Gran Consiglio sui rimborsi dei Consiglieri di Stato.
Il voto sull'entrata in materia del rapporto di maggioranza si è infatti concluso con un pareggio (29 voti favorevoli, 29 contrari e 1 astenuto, Germano Mattei).
Un nulla di fatto, per cui la presidente si è permessa di chiedere un rinvio in Commissione.
L'articolo 144 capoverso 2 della Legge sul Gran Consiglio prevede che in caso di parità di voti, la votazione si ripeta senza discussione all’inizio della seduta successiva; verificandosi nuovamente parità, la proposta sarà considerata respinta.
Il rapporto di maggioranza chiedeva che il Consiglio di Stato restituisse (entro il 31 dicembre) i rimborsi (150 franchi mensili) percepiti dallo scorso luglio, dopo la decisione dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio di non approvare l’importo del forfait annuo di 18'000 franchi ma limitarlo a 15'000 franchi, comprensivi anche delle spese telefoniche.
Niente Tribunale amministrativo cantonale - Il voto di entrata in materia è stato preceduto da quello a scrutinio segreto sulla pretesa di risarcimento avanzata da Matteo Pronzini (e sostenuta dalla Lega). Su 65 schede distribuite (maggioranza assoluta di 46 voti), i voti favorevoli sono stati 26, quelli contrari 38 (una la scheda bianca).
Per il Parlamento non è pertanto necessario rivolgersi al Tribunale amministrativo cantonale con una causa contro il Consiglio di Stato.