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CANTONEProvvedimenti coercitivi, un'iniziativa contro la «decisione sciagurata»

13.12.18 - 14:15
Raoul Ghisletta e Jacques Ducry (e cofirmatari) chiedono di riportare il numero di giudici a quattro
Tipress
Provvedimenti coercitivi, un'iniziativa contro la «decisione sciagurata»
Raoul Ghisletta e Jacques Ducry (e cofirmatari) chiedono di riportare il numero di giudici a quattro

BELLINZONA - Durante la scorsa seduta di Gran Consiglio, a novembre, Jacques Ducry - prima del voto sull’applicazione dell’articolo 24 della Legge sull’organizzazione giudiziaria - aveva bacchettato il Parlamento per la riduzione del numero di giudici dei provvedimenti coercitivi (da 4 a 3; approvata in aula nel settembre del 2016 e dal 53,7% dei cittadini alle urne nel febbraio successivo).

Una «decisione sciagurata», aveva sottolineato in quell’occasione il deputato, che assieme al collega socialista Raoul Ghisletta e cofirmatari (i deputati Ay, Bang, Bosia Mirra, Delcò Petralli, Garobbio, Lepori, Lurati Grassi, Maggi, Pugno Ghirlanda, La Mantia e Storni) ha presentato oggi un’iniziativa parlamentare elaborata che mira a “mettere una pezza” alla situazione, ripristinando il numero di giudici.

«I fatti hanno dimostrato nel 2017/18 che i timori avanzati dai referendisti si sono rivelati fondati», scrivono gli iniziativisti, aggiungendo come nel frattempo siano inoltre «state prese decisioni che aumenteranno il carico di lavoro dei giudici dei provvedimenti coercitivi». Una su tutte, la recente modifica della legge di polizia.

È facendo leva su queste motivazioni - ricordando pure come ad oggi le criticità siano state «riconosciute anche dai portavoce di alcuni gruppi politici che avevano sostenuto la riduzione» - che i firmatari chiedono di ripristinare la situazione esistente fino al 2016.

La modifica proposta:

Art. 70 cpv. 1

1 Vi sono quattro giudici dei provvedimenti coercitivi, compreso il presidente, con giurisdizione sull’intero territorio del Cantone, i quali costituiscono un Ufficio che ha sede a Lugano.

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