Il sindaco di Massagno boccia il cuore del menu aggregativo servito da Gobbi e Vitta: «Un disegno malfatto e distorto»
BELLINZONA - «Un piatto di polenta senza funghi». Con questa immagine da quaresima triste Giovanni Bruschetti, sindaco di Massagno, boccia il “grand menu” a 27 portate presentato ieri dagli chef del Dipartimento delle Istituzioni, con l’avallo di quello di Finanze ed Economia. Nel cuore del Ticino così smagrito spicca, da un lato, l’aggregazione di un “Luganese” turbo grazie agli innesti di Massagno, Canobbio, Porza, Savosa, Paradiso e Sorengo. Dall’altro, una Collina Nord spianata dalle assenze dei quattro comuni “capitanati” da Massagno.
Ieri, dopo la presentazione da parte dei ministri Gobbi e Vitta, i telefoni dei sindaci del comprensorio Collina Nord si sono fatti roventi. Ed è appunto Bruschetti a manifestare tutta la loro delusione. L’ennesima, dal momento che anche in fase di consultazione 7 degli 8 comuni aggregati nel futuro Luganese avevano detto di «non condividere affatto» lo scenario e Lugano, sorniona, era stata a guardare: una polveriera insomma.
«Quanto viene proposto ci sorprende dal punto di vista funzionale e territoriale. Purtroppo - osserva Bruschetti - non c’è peggior sordo, perché a più riprese gli enti interessati hanno parlato di una Collina Nord a dieci, dove evidentemente i Comuni che ora vengono agganciati a Lugano sono la parte consistente e strategica della Collina Nord».
Col via libera del Cantone, Lugano assorbe insomma quelle che Bruschetti definisce «le aree più sollecitate da uno sviluppo urbanistico e funzionale importantissimo». Togliere questo comparto alla Collina Nord, per il sindaco, lascia solo... polenta. «Se il Piano cantonale delle aggregazioni (Pca) ha come obiettivo creare dei Comuni forti e competitivi, il Collina Nord così amputato non lo è».
Alla presentazione del Pca si è parlato di “volontà che crescono dal basso”, ma questa obietta Bruschetti «è una volontà calata dall’alto. Con Gobbi che, alla Pirandello, sembra dirci: così è se vi pare. Perché non si parla con i Municipi? Io non lo so. La speranza è l’ultima a morire. Ma ormai è un discorso tra sordi».
In conclusione, nel sua lettura del futuro assetto del Luganese, Bruschetti vede un comune di Collina Nord «marginale e non strategico» e una Lugano «abnorme, che ingloba la parte a più alto sviluppo». «Non capisco - conclude Bruschetti - questa...». Testardaggine? «Direi piuttosto, non conoscenza. Hanno disegnato un Luganese malfatto e distorto. Se si votasse oggi l’80% direbbe no».