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CANTONELa scuola che verrà comunque?

18.11.18 - 15:22
Il gruppo La Destra in Gran Consiglio interroga il Governo sul futuro della riforma scolastica: «Non si vuole rispettare il voto popolare?»
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Lo striscione in occasione della consegna delle firme contro la sperimentazione de "La scuola che verrà"
Lo striscione in occasione della consegna delle firme contro la sperimentazione de "La scuola che verrà"
La scuola che verrà comunque?
Il gruppo La Destra in Gran Consiglio interroga il Governo sul futuro della riforma scolastica: «Non si vuole rispettare il voto popolare?»

BELLINZONA - Lo scorso 23 settembre, la popolazione ticinese ha bocciato alle urne (con il 56,7%) il progetto di riforma “La scuola che verrà”. Pochi giorni dopo - era il 3 di ottobre - il Comitato referendario, sottolineando che l’esito della votazione «non equivaleva allo stop di qualsiasi riforma», ha scritto al presidente dell’Esecutivo Claudio Zali.

Nella missiva si chiedeva un incontro per presentare alcuni punti rilevanti sul proseguimento della riforma scolastica. Proposta rifiutata dal Governo, che lo scorso 24 ottobre ha risposto affermando di non poter accogliere la richiesta in quanto, essendo la votazione avvenuta, il comitato non poteva più essere considerato quale interlocutore.

Scatta l'interrogazione - Considerato il rifiuto - al quale si sommano alcune dichiarazioni del direttore del DECS, che facevano intendere che «nonostante il “no” popolare alla SCV avrebbe portato avanti quei contenuti in modi e tempi diversi» - il gruppo La Destra in Gran Consiglio ha oggi deciso di interrogare il Consiglio di Stato per «tutelare la volontà chiaramente espressa dal popolo ticinese».

«Perché il Governo, e in virtù di quale principio, ritiene di potersi avvalere del diritto di decidere unilateralmente sulla fine del Comitato referendario?», chiede il Gruppo, invitando inoltre l’Esecutivo ad indicare le «vere ragioni» del rifiuto a ricevere la delegazione.

Secondo quali modalità il Consiglio di Stato intende «mettere insieme la discussioni tra Piano degli studi e Riforma operativa?», prosegue inoltre il gruppo parlamentare chiedendo pure al Governo se «non intende modificare celermente alcuni articoli di Legge e di Regolamenti che danno troppa delega decisionale alla direzione del DECS scavalcando il Governo e il Parlamento».

Le domande al Consiglio di Stato

1) Quali sono le vere ragioni per le quali il governo non ha voluto ricevere la delegazione del comitato referendario?

2) Perché il Governo, e in virtù di quale principio, ritiene di potersi avvalere del diritto di decidere unilateralmente sulla fine del Comitato referendario quando in questo Paese c’è la libertà di riunione, di associazione?

3) Non ritiene che ricevere la delegazione del comitato referendario (gruppo di cittadini) che tanto si è prodigato per bloccare la SCV, ma sempre ribadendo la sua volontà a contribuire attivamente e positivamente alla riforma scolastica, sarebbe stato un gesto nobile, utile e costruttivo?

4) L’intero Governo era cosciente, è stato informato e ha discusso di questo rifiuto ad incontrare la delegazione del comitato referendario?

5) Inoltre. Visto che non si sono potute verificare attraverso un colloquio le intenzioni del governo riprendiamo alcune richieste dei referendisti e chiediamo:

    • Come intende il CdS coordinare i lavori e coprire il periodo dalla bocciatura della SCV alle nuove elezioni cantonali? In che modo vuole coinvolgere le varie parti qualificate che si sono espresse contro la SCV e propongono delle alternative valide?
    • Come intende il CdS controllare e vigilare che quanto rigettato dal popolo non prosegua attraverso altre vie o iniziative all’interno del DECS? Quali sono le misure, i controlli e le sanzioni previste?
    • Oppure, per evitare che il DECS e chi ha perso intraprendano azioni contrarie alla volontà popolare, non è il caso di congelare tutto fino a dopo le elezioni cantonali di aprile 2019, per fare in modo di non compromettere con decisioni e scelte affrettate il lavoro di riforma vera che potrebbe scattare l’anno prossimo?
    • Corrisponde al vero che docenti, assistenti e altre persone continuano ad essere pagati e/o sgravati del monte ore per continuare a lavorare sul progetto SCV respinto dal popolo? Corrisponde al vero che le varie strutture di progetto, di ricerca ecc.. sono tuttora attive sul progetto della SCV e continuano secondo i piani che precedevano la bocciatura della SCV?
    • Quali sono le spese, le decisioni e gli impegni assunti dopo il 23 settembre 2018 in favore della continuazione della SCV?
    • Come fa il Governo ad assicurarsi che le assunzioni di docenti e esperti, la selezione e la promozione, le nomine dirigenziali nel DECS e nelle sedi scolastiche, l’organizzazione scolastica e la formazione dei docenti già in carica non siano soggetti al piano della SCV?
    • È al corrente il Governo della “malaise” (tra favorevoli e contrari) che si respira nelle sedi scolastiche, nei collegi docenti a causa della divisione dovuta alla SCV? È sicuro che non ci sia in atto un regolamento di conti interno?

6) Come intende il Governo occuparsi finalmente di mettere assieme la discussione tra Piano degli studi e Riforma operativa?

7) Non intende il governo modificare celermente alcuni articoli di Legge e di Regolamenti che danno troppa delega decisionale alla direzione del DECS scavalcando il Governo e il Parlamento in materia di riforme e piani di studio?

8) Ammesso e non concesso che si voglia passare alla politica dei piccoli passi; il primo lavoro potrebbe essere quello di definire nuove regole del gioco. Magari prendendo spunto dall’iniziativa elaborata del settembre 2016 “La scuola che vogliamo” (gruppo La destra) per modificare alcuni articoli che riguardano l’iter decisionale, le deleghe e la distribuzione, il controllo del potere all’interno del DECS, tra DECS e CdS e tra CdS e Gran Consiglio?

9) È consapevole il CdS che in base alle attuali leggi e agli attuali regolamenti, se il DECS non ha bisogno di crediti (o trova dei compensi interni al preventivo) può sviluppare la SCV come, quando e dove vuole?

Interroganti: Sergio Morisoli, Gabriele Pinoja, Lara Filippini, Paolo Pamini, Tiziano Galeazzi, Cleto Ferrari.

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COMMENTI
 

matteo2006 5 anni fa su tio
È la prima volta che un comitato referendario non viene preso in considerazione dopo la votazione? Lo possono richiedere tutti o solo in quali casi? sono speciali questi del contro la SCV? Il principio che ci si deve parlare e ascoltare a me sta bene ma non solo quando lo si vuole allora perchè in quel caso siamo allo stesso punto se uno punta i piedi e si può permettere di farlo allora gli apriamo le porte invece agli altri no?

TI.CH 5 anni fa su tio
Altra presa per il ...........dei cittadini, altro esempio dove la tanto invidiata democrazia diretta va a farsi benedire, ma pensano "facciamo bene o facciamo male l'importante è che portiamo avanti il mandato per ricevere la buona uscita e la succulenta pensione; per il resto ce ne frega niente". Andando avanti così il Ticino non verrà più chiamato Sonne - stube ma ben in un altro modo.

shooter01 5 anni fa su tio
come sempre il socialume accusa gli altri di non sapere, non capire e non rispettare le libertà e poi sa solo imporre la sua volontà anche contro il volere del popolo. Spero che l'anno prossimo non avremo più la loro sgradita presenza in GC. Io continua ad avere la convinzione che in questo paese si continua ad accontentare i capricci della sinistra.

Evry 5 anni fa su tio
da sempre, certi socialisti cerca di fare quello che va bene per gli interessi propri; degni di una democrazia ? penso proprio di no

Logico 5 anni fa su tio
Per far proseguire un progetto bocciato democraticamente, i kompagni seguano le strade istituzionali! Ma in questo Paese non siamo ancora stufi di farci prendere in giro da chi non rispetta le volontà popolari e che vorrebbe far rivotare i cittadini fino a quando il risultato non è quello che vogliono loro?

SosPettOso 5 anni fa su tio
Avete referendato la "sperimentazione" e solo ora vi rendete conto che il DECS può sviluppare e mettere in pratica la SCV come, quando e dove vuole purché non necessiti di crediti? In poche parole siete 6 firmatari di cui un estensore (quello che ha scritto) e 5 oranghi che hanno solo messo la firma....

polonord 5 anni fa su tio
A casa questo despota che da buon socialista non rispetta la parola del popolo.

Dioneus 5 anni fa su tio
Solito teatrino.

Canis Majoris 5 anni fa su tio
Bene, per fortuna che arrivano le elezioni! Tutti a casa questi ipocriti che hanno mandato a quel paese il nostro cantone!!!!!!
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