Il 10 ottobre 2017 l’UDC presentava al Municipio la “madre di tutte le interrogazioni”. Nel frattempo Darwin e SkyWork sono fallite
LUGANO - Un anno e due fallimenti dopo, le 101 domande poste dal gruppo UDC (Tiziano Galeazzi, Raide Bassi e Alain Bühler) sull’aeroporto al Municipio di Lugano - in quella che fu definita dai suoi firmatari come la “madre di tutte le interrogazioni” - sono ancora sul tavolo in attesa di risposte; inevase ben oltre i termini di tempo previsti dalla legge.
Nel frattempo Darwin Adria SA e SkyWork sono entrambe fallite. E un «noi l’avevamo detto» in questo senso non si era fatto attendere. «Da parte nostra non appoggeremo gli ulteriori e ovviamente necessari finanziamenti a sostegno di un progetto che non abbia un futuro quantomeno realistico», dichiarava infatti lo scorso 5 settembre in una nota l’UDC cittadina, denunciando la «gestione manchevole» di Lugano Airport nelle ore successive all’improvviso grounding della compagnia bernese a fine agosto, solo pochi giorni dopo l’annuncio del ripristino della tratta Lugano-Ginevra.
Ad un anno di distanza «attendiamo ancora molte risposte», ci conferma al telefono Tiziano Galeazzi, precisando pure come alcuni dei quesiti posti all’Esecutivo abbiano nel frattempo - complici gli eventi degli ultimi dodici mesi - ricevuto «naturalmente una risposta». Il capogruppo democentrista sottolinea inoltre come la complessa interrogazione sia stata preparata avvalendosi della collaborazione di diversi esperti «dei settori dell'aria e di terra», con il solo obiettivo di tracciare in modo chiaro lo scenario circostante lo scalo luganese.
Scenario che dal 10 ottobre dello scorso anno, come detto, è mutato parecchio. Quello che non è cambiato è invece la certezza in casa UDC che sia necessario affidarsi a personalità d'esperienza per attuare un vero rilancio dell’aeroporto. Una condizione imprescindibile secondo Galeazzi, che ha ribadito la fermezza del gruppo in consiglio comunale a non appoggiare alcun ulteriore finanziamento in assenza di un piano chiaramente definito.
In altre parole, il rilancio dello scalo passa anche attraverso quelle risposte che prima o poi il Municipio sarà chiamato a mettere nero su bianco, «sperando - conclude scherzosamente Galeazzi - che non ci tocchi aspettare 101 anni».