Scattano due nuove interpellanze di Angelica Lepori e Monica Soldini. Riflettori puntati sul contributo annuale al centro Polo Sud e sull'opuscolo distribuito ai genitori
BELLINZONA - Si arricchisce di due nuovi capitoli la discussione attorno al servizio mensa per le scuole comunali di Bellinzona. Angelica Lepori e Monica Soldini, già firmatarie nelle scorse settimane di due interpellanze, ne hanno presentate altre due sollecitando nuovamente l’Esecutivo della capitale sulla questione.
«Soldi ben spesi?» - La prima riguarda esplicitamente il servizio offerto dal centro Polo Sud e al contributo di circa 100mila franchi che questo riceve annualmente dal comune. «È lecito chiedersi, soprattutto a fronte di alcune questioni già sollevate e relative alle condizioni di lavoro del personale e alla qualità del servizio, se questi soldi siano effettivamente ben spesi», scrivono le due consigliere comunali del gruppo MPS-Indipendenti-POP, chiedendo al Municipio di fare chiarezza su «quali mansioni e quali incarichi siano affidati al personale stagista all’interno delle strutture del Polo Sud e se queste corrispondono a quanto previsto dalle raccomandazioni cantonali».
Nel mirino di Lepori e Soldini non è finito però solo il servizio mensa ma anche le modalità di pubblicità utilizzate del centro. Cartelloni e offerte ritenuti «fuori luogo» per un servizio «sussidiato dal comune e strapagato dalle famiglie». «I soldi che il comune dà all’associazione servono per pagare anche questo?», chiedono all’Esecutivo, invitandolo inoltre a «ripensare alle modalità di gestione e organizzazione» del servizio mensa.
«Affermazioni fuori luogo» - La seconda interpellanza riguarda invece alcune frasi che appaiono nell’opuscolo distribuito ai genitori delle scuole dell’infanzia ed elementare. Al capitolo servizi/mense si legge: «Come principio fondamentale va rilevata l’importanza che ogni bambino possa di regola rientrare a casa a pranzo così da ritrovare i propri affetti. Il servizio della mensa si prefigge di offrire un contributo ai genitori che, per importanti motivi, non hanno la possibilità di accogliere i propri figli».
Affermazioni definite «fuori luogo», «poco attuali» e «poco aderenti al contesto attuale», che tendono a «colpevolizzare le donne che lavorano» e a «sottovalutare il ruolo educativo e di socializzazione, che hanno i servizi sociali scolastici e parascolastici», scrivono le due consigliere comunali chiedendo al Municipio di prendere posizione in merito.
Le domande delle interpellanze:
Polo Sud: un servizio per le famiglie o un interdiscount?
Le mamme che lavorano negano l’affetto ai figli?