Il neo deputato Marioli ha presentato un’iniziativa parlamentare elaborata per la modifica della Legge della Scuola
BELLINZONA - La battaglia per l’insegnamento del dialetto di Nicholas Marioli sbarca anche in Gran Consiglio. Il neo deputato leghista - subentrato lo scorso 17 settembre al dimissionario Gianmaria Frapolli - ha presentato (assieme ai cofirmatari Daniele Casalini, Giancarlo Seitz, Paolo Pamini, Tiziano Galeazzi, Franco Denti, Raffaele De Rosa e Andrea Giudici) un’iniziativa parlamentare elaborata per la modifica della Legge della Scuola, proponendo un articolo che preveda l’insegnamento facoltativo del dialetto in tutte le scuole elementari e medie.
L’iniziativa si fonda sui concetti di «sensibilizzazione» - a livello politico e mediatico -, di «integrazione» e di «salvaguardia» e, scrivono i firmatari, vuole «finalmente superare i luoghi comuni che tendono a ritenere il dialetto un'espressione di una volgarità popolare» donando «il giusto e doveroso spazio a un elemento spiccatamente di casa nostra».
La modifica di legge proposta:
Insegnamento del dialetto
Art. 23b (nuovo)1L’insegnamento del dialetto è impartito in tutte le scuole elementari e medie. 2La frequenza degli allievi all’insegnamento del dialetto è facoltativa ed è accertata all’inizio di ogni anno dall’autorità scolastica mediante esplicita richiesta alle autorità parentali, rispettivamente agli allievi se essi hanno superato i diciotto anni d’età. 3La designazione degli insegnanti, la definizione dei piani di studio, la scelta dei libri di testo, del materiale scolastico e la vigilanza didattica vengono preavvisati dal Centro di Dialettologia e di Etnografia. 4La vigilanza amministrativa compete alle autorità scolastiche.