Il Dipartimento del territorio ha deciso di modificare l'attuale equilibrio per «ridare dignità» ai corsi d'acqua ticinesi. Le aziende elettriche però non ci stanno: «Non ne hanno la competenza»
BELLINZONA - Più acqua nei fiumi ticinesi per salvaguardare la moltitudine di specie animali e vegetali e il patrimonio paesaggistico del nostro cantone. È con l’obiettivo di «ridare dignità ai principali corsi d’acqua» che il Dipartimento del territorio ha deciso di emanare un messaggio per modificare l’attuale equilibrio esistente fra le esigenze di produzione elettrica e quelle dell’ecosistema, «raggiungendo un giusto compromesso».
In concreto, si tratta di aumentare i deflussi d’acqua delle centrali idroelettriche ticinesi a Rodi, Lavorgo, Olivone, S.Carlo, Palagnedra e Bignasco.
«Il tema dei prelievi e dei deflussi torna regolarmente d’attualità», ha spiegato in conferenza stampa a Bellinzona il consigliere di Stato Claudio Zali. «Dopo 20 anni di approfondimenti, l’anno scorso è stato redatto un rapporto conclusivo, dal quale emerge quale sia il minimo per tutelare gli interessi dell’ecosistema, senza d’altro canto compromettere la produzione di energia idroelettrica».
4% in meno di energia - Cifre alla mano, la produzione idroelettrica media calerà del 4%, per un valore anch’esso medio - a dipendenza delle quotazione dell’energia, ecc. - di circa 5 milioni all’anno per tutta la durata residua delle concessioni. Milioni che dovranno essere indennizzati alle aziende elettriche titolari: «Il 65% di essi verranno in ogni caso coperti dalla Confederazione, come previsto dalla Legge federale della natura e del paesaggio in presenza di zone golenali», ha spiegato il Direttore del DT.
Le aziende elettriche non ci stanno - Le aziende elettriche - secondo il Dipartimento - non subiranno dunque perdite finanziarie. Alcune di esse (le Officine Idroelettriche della Maggia SA e le Officine Idroelettriche di Blenio SA) hanno però immediatamente comunicato il loro malcontento, disertando la conferenza stampa. Queste mettono in particolare l’accento sulla «prevaricazione senza precedenti messa in atto dal Governo sulla base di accertamenti lacunosi e senza preventivamente coinvolgere l’autorità federale in ossequio alla Legge federale sull’energia, entrata in vigore all’inizio di quest’anno».
«La soluzione proposta non è un colpo di testa del DT, ma è sostenuta dalla Confederazione. Si è inoltre ritenuto opportuno sottomettere il messaggio al Gran Consiglio per una ratifica politica considerata anche la spesa che dovrà essere sopportata», ha indirettamente risposto Zali.