Galeazzi interroga il Consiglio di Stato sulle motivazioni che hanno spinto ad appoggiare il contributo all'Ue
BELLINZONA - Il miliardo di coesione, indirizzato agli stati Ue-13 e che non si inserisce all’interno degli attuali negoziati in corso, fa discutere anche in Ticino.
«In sostanza si tratterebbe di un gesto autonomo del nostro Paese volto a dimostrare buona volontà verso Bruxelles, senza richiedere alcuna contropartita. Nessuna contropartita nella diatriba relativa al riconoscimento d’equivalenza della nostra Borsa rispetto alle Piazze europee, nessuna contropartita in merito al libero accesso dei nostri istituti finanziari al mercato europeo e tanto meno in merito all’accesso delle nostre aziende energetiche al mercato elettrico europeo, per citare alcuni esempi che caratterizzano una relazione commerciale e bilaterale per nulla serena e rispettosa» scrive Tiziano Galeazzi in un’interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato.
Partendo dal fatto che il Canton Ticino ha risposto positivamente alla consultazione indetta dalla Confederazione, approvando l’adesione al miliardo di coesione, Galeazzi vuole indagare «le motivazioni che hanno spinto il Consiglio di Stato» ad appoggiare questa decisione, dati anche i risultati della votazione del 2006..
Altre domande:
Altri firmatari: Lara Filippini (UDC-LaDestra), Gabriele Pinoja (UDC-LaDestra), Paolo Pamini (UDC- LaDestra), Sergio Morisoli (UDC-LaDestra), Cleto Ferrari (UDC-LaDestra)