Il PS ribadisce la «ferma volontà» di essere «in prima fila» nella difesa di posti di lavoro legati alle attuali Officine di Bellinzona
BELLINZONA - È con questa lettera al Governo che il PS ribadisce la «ferma volontà» di essere «in prima fila» nella difesa di posti di lavoro legati alle attuali Officine di Bellinzona e nel «voler assicurare un futuro qualificato alla struttura stessa».
«Nella nostra lettera precedente - scrive il PS - abbiamo ribadito che in questa ottica spetta in primis al Consiglio di Stato farsi parte attiva per affinare i contenuti della dichiarazione d’intenti e rinforzarla recependo all’interno della stessa le giuste preoccupazioni e aspettative di tutte le parti interessate, in particolare delle e dei lavoratori dell’attuale struttura».
Al Governo era già stato chiesto di:
• Chiarire quello che accadrà durante la fase transitoria lavorando per mantenere i volumi di lavoro concordati e per non perdere, anzi migliorare, le attuali competenze dell’officina nella manutenzione pesante dei carri e delle locomotive merci.
• Definire con precisione le nuove attività della futura officina e prevedere all’interno della nuova struttura gli spazi per continuare anche con le attività attuali.
• rafforzare il futuro parco tecnologico e cercare di implementarlo nell’ambito della legge federale che regola gli Innopark.
I Socialisti, però, affermano di non aver gradito la risposta alle suddette richieste. «L’impressione - precisano - è che il Consiglio di Stato non si sia attivato nel senso dei contenuti della nostra lettera. Per entrare in materia sul messaggio che definirà il futuro delle Officine di Bellinzona è infatti necessario definire meglio la fase di transizione e dare più garanzie per quanto riguarda il mantenimento dei volumi di lavoro e delle competenze tecniche per svolgerlo».
«L’elemento positivo della risposta del Consiglio di Stato è contenuto nel paragrafo che tratta del possibile coinvolgimento dell’organizzazione Switzerland Innovation nel progetto di parco tecnologico - conclude lo scritto -. Come riportato nella nostra lettera precedente, riteniamo che il futuro polo tecnologico debba appoggiarsi alla legge federale che regola gli Innopark. Il Ticino, a differenza delle altre regioni della Svizzera, non ha un Innopark e questa potrebbe essere la giusta occasione. In questo modo anche l’acquisto del sedime dove sorgerà potrebbe essere finanziato come vengono finanziati gli altri Innopark della Svizzera. È fondamentale lavorare in questo senso, in modo da inserire informazioni consolidate nel messaggio. In questo senso invitiamo il Consiglio di Stato a recarsi a Berna per intavolare una seria discussione con il Consiglio federale».