Le conclusioni del rapporto della maggioranza commissionali sono state accolte con 49 voti favorevoli, 32 contrari e 2 astenuti
BELLINZONA - Il Gran Consiglio ticinese ha respinto oggi l'iniziativa presentata in forma generica da Gabriele Pinoja e cofirmatari in cui si chiede una decurtazione di un terzo delle imposte alle aziende neocostituite, per la durata di dieci anni, se almeno l'80% dei dipendenti sono residenti in Svizzera e almeno l'80% percepisce un salario superiore ai 4'000 franchi per 13 mensilità. Le conclusioni del rapporto della maggioranza commissionali sono state accolte con 49 voti favorevoli, 32 contrari e 2 astenuti.
Il Gran Consiglio ticinese ha seguito la linea del Governo e dei relatori del rapporto di maggioranza - di Pelin Kandemir Bordoli (PS) sostituita oggi da Raoul Ghisletta -, che ritiene la legge contraria al diritto federale, e con un campo troppo ristretto, che mal si sposa con gli intenti costituzionali e legislativi federali. Per contro, col rapporto di minoranza Paolo Pamini invitava a votare “sì”.
Per il gruppo PPD si è espresso in aula Marco Passalia: «Si tratta di far sì che la legge tributaria possa essere modificata. Siamo in una fase di grandi cambiamenti. Il gruppo PPD sosterrà il rapporto di maggioranza».
Di parere diverso Tamara Merlo e la maggioranza del gruppo dei Verdi: «Mi dispiace molto che un rapporto di maggioranza, ancora una volta, è contrario alla Commissione di maggioranza. La legge sull’innovazione economica non deve essere un freno alle misure che favoriscono l’interesse del cantone. Voterò contro il rapporto di maggioranza».
Sergio Morisoli, del gruppo La Destra, si è concentrato su un intervento più politico: «Paolo Pamini viaggia in altre galassie. I cittadini ticinesi hanno detto “sì” a “Prima i nostri”, esprimendo una volontà molto chiara. La Confederazione ha concesso la garanzia federale alla Costituzione ticinese, dopo la modifica a seguito dell'accettazione dell'iniziativa. Qua è da un po’ di tempo che non si ubbidisce alla Costituzione. Il Gran Consiglio in febbraio si è permesso di bocciare la legge di applicazione. Non si vincerà nemmeno oggi su questo tema. Dispiace constatare che si continua a non volere fare la differenza tra chi vive al di qua del confine e chi vive al di là del confine».
Il consigliere di Stato Cristian Vitta ha definito l'iniziativa "problematica". «Abbiamo sempre detto che ci sarà un percorso di riforma fiscale che va portato avanti. Il voto al Consiglio degli Stati (in giugno) e al Nazionale (in settembre) fornirà un quadro importante anche per i Cantoni. L’iniziativa rischia di favorire comportamenti elusivi volti solo al conseguimento di agevolazioni d’imposta, come l’apertura e chiusura di imprese. Per le criticità esposte vi invito ad approvare il rapporto di maggioranza. Sicuramente sui temi tributari avremo modo di discutere in vista dei cambiamenti che ci saranno».
Anche Raoul Ghisletta, come rappresentante del PS, ha bocciato l'iniziativa: «Venire qua a proporre un salario di 4’000 franchi quando quello medio è più alto, vuol dire andare al ribasso. Se questa è un’iniziativa che vuole mettere a posto l’economia di questo cantone proponendo un criterio farsa come questo, dico che è inconcepibile. Va bene fare la propaganda, ma se andiamo sul nocciolo dell’iniziativa, è sicuramente inetta. Guardate che la metà della gente in Ticino guadagna oltre 5’500 franchi, quindi questa proposta non sta in piedi. Fare regali a tutte le ditte del cantone abbassando di un terzo delle imposte, non è ragionevole da qualsiasi punto di vista».
Germano Mattei, di Montagna Viva, ha deciso invece di sostenere il rapporto di minoranza di Pamini, in quanto «credo che bisogna dare altri segnali».