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Per il Procuratore generale le critiche mosse dal vicesindaco al leghista «non sminuiscono e ledono la sua onorabilità» ed era «autorizzato e verosimilmente tenuto» a sollevarle
BELLINZONA - Si è conclusa con un decreto di non luogo a procedere la querela sporta il 25 aprile da Giulio Deraita contro Andrea Bersani (di cui il vicesindaco di Bellinzona non era neppure a conoscenza).
Il consigliere comunale leghista accusava il vicesindaco di diffamazione, calunnia, abuso di autorità e violazione del segreto d’ufficio. L’oggetto erano alcune affermazioni di Andrea Bersani in occasione della seduta del Consiglio comunale del 29 gennaio 2018. Nell’ambito della trattanda relativa al Regolamento per la distribuzione dell’acqua potabile, il vicesindaco commentava un emendamento presentato da Giulio Deraita definendolo una richiesta «ad personam» e sollevando un «possibile caso di collisione», in quanto era volto a favorire «solo 4 o 5 casi tra cui quello della sorella» del leghista.
Secondo il Procuratore generale John Noseda le critiche mosse da Andrea Bersani a Giulio Deraita «non sminuiscono e ledono la sua onorabilità bensì semmai unicamente la sua attendibilità politica». Inoltre, «il vicesindaco era sicuramente autorizzato (e verosimilmente tenuto) a sollevare l’opportunità» dell’emendamento, «stante il divieto di partecipare alla discussione e al voto di consiglieri in stato di collisione».
Andrea Bersani, dal canto suo, definisce «fantasiose» e «inconsistenti» le accuse del consigliere comunale Deraita e non risparmia una frecciatina: «Constato che le (inutili) spese provocate dal querelante saranno a carico dello Stato, mais ça va sans dire…».
