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CANTONEPiano cantonale delle aggregazioni: «Un piccolo passo avanti»

27.04.18 - 18:34
L’Associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni ha costatato «che gli sforzi compiuti in oltre dieci anni di attività, non sono stati inutili», ma non lesina frecciate verso il DI
Ti Press
Piano cantonale delle aggregazioni: «Un piccolo passo avanti»
L’Associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni ha costatato «che gli sforzi compiuti in oltre dieci anni di attività, non sono stati inutili», ma non lesina frecciate verso il DI

L’Associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni riunitasi negli scorsi giorni a Bellinzona, «ha costatato, con soddisfazione, che gli sforzi compiuti in oltre dieci anni di attività, non sono stati inutili».

Infatti nel suo ultimo comunicato stampa, in seguito al rapporto sulla seconda consultazione in materia di aggregazioni, il Dipartimento delle istituzioni ha assecondato alcune delle richieste dell'Associazione come quella di stralciare le misure penalizzanti collegate alla perequazione, di non mettere un limite temporale ai Comuni per realizzare gli obiettivi del Piano cantonale delle aggregazioni.

Queste misure danno la possibilità ai Comuni di riflettere sulle decisioni da prendere e soprattutto permettono al Dipartimento di porre dei correttivi laddove la sua politica sulle aggregazioni si dimostrasse, come ritiene l'Associazione, «poco lungimirante».

Dopo essersi felicitati, i toni verso il Dipartimento si fanno più duri: «È comunque la prima volta che il Dipartimento tratta i Comuni come enti responsabili e importanti e non, come fatto finora, come palle al piede del Cantone che servono unicamente per essere munte fino all’esaurimento per sanare la mala gestione delle finanze cantonali e di alcune città. Il Cantone insiste nell’affermare che il federalismo richiede comuni forti, o meglio creduti tali, lasciando intendere che la forza dei Comuni è data dalle finanze, mentre in realtà il federalismo svizzero si basa sul principio di solidarietà tra i tre livelli costituzionali e fra ogni livello. Questa è la vera forza del federalismo e non le finanze “creative”, chiaramente importanti, ma spesso ballerine e basate su fondi di dubbia provenienza. La vera forza dei Comuni sono i cittadini».

«Questo primo passo verso il riconoscimento dell’importanza dei Comuni dovrà essere seguito da altri significativi gesti, come quello di capire che le dimensioni del territorio sono da considerare più importanti del numero di abitanti perché esigono grandi disponibilità di risorse umane per gestirle. Finora la presenza di molti piccoli Comuni ha permesso una corretta cura del territorio, la loro morte politica ha già creato costi rilevanti alla comunità. L’idea, su cui insiste il dipartimento, che le aggregazioni devono partire dal basso dovrà essere supportata da una legge democratica conseguente perché finora le aggregazioni sono state realizzate con accordi, spesso sottobanco, fra sindaci, molti dei quali hanno avuto dei benefici, e non con il coinvolgimento dei cittadini sovrani, i quali sono invece chiamati a prendere una decisione inutile poiché non è vincolante», continua il comunicato.

Infine l’ATAC accoglie favorevolmente la recente sentenza del Tribunale federale che ha respinto l’iniziativa lanciata dal sindacato VPOD per un Cantone di 15 Comuni, che l’ATAC aveva bollato come «fascista».

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