Christian Vitta ha presentato oggi i dati del Consuntivo 2017, con un avanzo di 80,4 milioni di franchi. Frutto anche di entrate straordinarie
BELLINZONA - «È dal 2011 che non si registrava più un avanzo di esercizio». È in questo modo che Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE), si è espresso all'inizio della conferenza stampa sul Consuntivo 2017. Conferenza introdotta dal nuovo presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali, che ha ricordato come al buon risultato abbiano contribuito anche «circostanze esterne».
«Sull'arco di 17 anni il canton Ticino ha ottenuto un utile d’esercizio solo in 5 anni, compreso il 2017 - ha continuato il direttore del DFE -. Oggi viene segnato il ritorno nelle cifre positive, con un importo di tutto rispetto».
Conti in nero - «Questo era uno degli obiettivi di questa legislatura» ha spiegato Vitta. I conti 2017 dello Stato - lo ricordiamo - hanno chiuso con un avanzo di 80,4 milioni di franchi, ben 114 milioni in più rispetto al disavanzo d'esercizio preventivato in 33,7 milioni. «Senza la manovra di risanamento - ha precisato il direttore del DFE - oggi staremmo commentando un risultato ancora in perdita».
L'autofinanziamento cantonale si attesta a 279,4 milioni di franchi (121,9 milioni in più rispetto al preventivo, con un grado di autofinanziamento del 119,1%). Le spese correnti non hanno raggiunto i 3 milioni di franchi preventivati (2,8 milioni), mentre i ricavi hanno superato i 110 milioni.
Le spese in dettaglio - Tra le variazioni degne di nota viene segnalata la minore spesa per circa 33,7 milioni di franchi dei contributi a enti pubblici e terzi. Christian Vitta ha precisato: «Le spese del personale nel 2001 rappresentavano il 29% delle spese totali dello Stato, nel 2017 sono del 27%. Questa spesa non è quindi esplosa, è sotto controllo ed è diminuita. Sono aumentati invece i contributi a enti pubblici e terzi, tra cui i contratti di prestazione, gli aiuti all’esterno e al cittadino (ad esempio i sussidi sociali)».
Debito pubblico - Nel 2017 il Governo è riuscito a invertire la tendenza del debito pubblico. Dopo nove anni (era il 2008 l'ultima volta) è stata registrata una riduzione del debito pubblico, che si attesta ora a 1,9 miliardi di franchi, al di sotto della soglia psicologica di 2 miliardi di franchi. Gli investimenti netti ammontano a 234,8 milioni di franchi.
Le entrate - Il miglioramento del risultato d‘esercizio - che per il Consiglio di Stato si inserisce in una tendenza in atto a livello nazionale - è soprattutto determinato dall’incremento dei ricavi, influenzati in modo significativo da entrate di natura straordinaria che riguardano in particolare le imposte suppletorie (riferite ad altri anni fiscali) e multe (+26,2 milioni di franchi rispetto al preventivo). Ma al buon risultato ha concorso anche la quota sull’imposta preventiva incassata dalla Confederazione e poi distribuita ai cantoni (+20,7 milioni di franchi), la quota sugli utili della Banca nazionale svizzera grazie alla chiusura «particolarmente positiva» (+20,6 milioni di franchi), le devoluzioni allo Stato di pertinenza del Ministero pubblico (+17,7 milioni di franchi) e le imposte di successione e donazione (+15,4 milioni di franchi).
Proprio in virtù della «natura straordinaria di queste maggiori entrate», il Governo ticinese incoraggia alla prudenza: «Potrebbero non ripetersi», ha avvertito Vitta.
Confronto intercantonale - Nel confronto intercantonale «oggi possiamo essere soddisfatti - ha commentato il ministro-. Il Ticino è tornato tra i cantoni che hanno chiuso con un utile e questo è motivo di soddisfazione».
Gli investimenti - Il presidente Claudio Zali ha voluto precisare: «Non è mai successo che si sia rinunciato agli investimenti per motivi finanziari. Non è una questione di denaro disponibile. Il freno agli investimenti è dettato dalla lunghezza delle procedure e dai tempi tecnici della politica. Non è mai legato alla mancanza di fondi. Non ci siamo mai detti “non possiamo farlo perché non ci sono soldi”».
Il prossimo obiettivo - Grazie all’avanzo d’esercizio «è stato possibile ridurre il capitale proprio negativo che a fine 2017 risulta pari a -405 milioni di franchi». Il prossimo obiettivo - ha sottolineato Vitta - «sarà eliminare il capitale proprio operativo». Il debito pubblico si attesta appena al di sopra di 1,9 miliardi di franchi, in diminuzione di 32,5 milioni di franchi rispetto all’anno precedente.
Nonostante le cifre vadano oltre ogni più rosea aspettiva, il Governo non si lascia prendere dall'euforia: «Occorrerà continuare sulla via tracciata con la stessa determinazione finora dimostrata, perseguendo sul lungo termine una politica coerente con un risanamento strutturale delle finanze cantonali, senza cedere a pressioni di corto termine, condizione necessaria per garantire risorse utili per far fronte a nuovi investimenti o a nuovi compiti, garantendo nel contempo il buon livello delle prestazioni a favore dei cittadini».