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CANTONEUnia protesta: «La riforma sociale non è legata a quella fiscale»

28.03.18 - 15:17
Il sindacato chiede di rielaborare il contenuto dell’opuscolo informativo rivolto ai cittadini
Ti Press
Unia protesta: «La riforma sociale non è legata a quella fiscale»
Il sindacato chiede di rielaborare il contenuto dell’opuscolo informativo rivolto ai cittadini

BELLINZONA - Con una lettera raccomandata inviata al Governo ticinese, il sindacato Unia denuncia l’uso improprio di quella che viene definita come una “Riforma fiscale e sociale”, riforma sulla quale i ticinesi si esprimeranno il prossimo 29 aprile.

In particolare, Unia punta il dito contro l’opuscolo informativo elaborato dal Consiglio di Stato, il quale «omette e travisa volutamente la volontà espressa nel rapporto di maggioranza». Questo rapporto, citato da Christian Vitta nella conferenza stampa indetta ieri, dice espressamente che «qualora la riforma fiscale cadrà in votazione popolare, il Consiglio di Stato potrà tenere in sospeso l’altra parte – quella sociale – per un certo periodo, riportandola poi eventualmente davanti al parlamento per l’abrogazione non essendo più dati i presupposti per una sua approvazione».

In altre parole, questo significa che «non vi è nessun legame indissolubile tra le due riforme, in quanto Il Parlamento avrà la piena facoltà di decidere per l’implementazione delle misure sociali, indipendentemente dall’esito del voto del 29 aprile». Il testo dell’opuscolo informativo lascia invece intendere che esista un meccanismo automatico che vincola l’entrata in vigore delle misure sociali all’esito della votazione sul pacchetto fiscale. Si tratterebbe dunque di «una disinformazione alla popolazione che rischia di condizionare in modo importante l’esito della votazione».

Nessun reclamo formale - Nonostante ciò, Unia ha deciso di rinunciare a un reclamo formale «per evitare la posticipazione del voto popolare, creando ulteriori costi per la collettività». «Avendo già evidenziato l’attitudine del governo e chiarito che il 29 aprile andremo a votare unicamente su una riforma che non fa altro che “rubare ai poveri per dare ai ricchi”, chiediamo formalmente di rielaborare il contenuto dell’informazione rivolta ai cittadini».

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