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LUGANONo Billag: «Dimezzare il canone? Se volete una tv solo in tedesco, allora va bene»

01.02.18 - 19:04
La Consigliera federale Doris Leuthard ha partecipato alla conferenza al Palazzo dei Congressi
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La Consigliera federale Doris Leuthard ha partecipato alla conferenza al Palazzo dei Congressi

LUGANO - È scesa in Ticino per parlare di "No Billag" la consigliera federale Doris Leuthard ospite questa sera di una conferenza aperta al pubblico organizzata dalla Corsi proprio per discutere dell’iniziativa che andremo a votare il prossimo 4 marzo. 

Leuthard ha dapprima discusso con Fabio Pontiggia (Cdt) e poi si è confrontata con due sostenitori del sì (Matteo Cheda e Paolo Pamini) e con due del no (Fabio Abate e Filippo Lombardi), che a loro volta hanno dibattuto sul tema e hanno anche risposto ad alcune domande poste dal pubblico presente in sala. 

20:10

Iniziano ora le domande poste del pubblico presente al Palazzo dei Congressi. Il nostro live finisce qui.

20:09

Pontiggia: Volete finanziare con sussidi diretti singole trasmissioni come il telegiornale?

 

Pamini: Parliamoci chiaro, trasmettere film, intrattenimento e sport non è servizio pubblico. È l'informazione, quello sì. Ma non è necessario che ci sia un finanziamento pubblico per questo. Ritengo che sia necessario fare ordine in Rsi. Forse si tratta di un'iniziativa radicale, ma è un problema reale. Io mi aspetto che nell'ultimo mese la Rsi faccia autocritica.

20:05

Lombardi: È la prima volta da quando faccio politica che vedo un'iniziativa così radicale che, non si capisce perché, anche chi la propone dice "ma tanto non verrà applicata proprio così". Si parla di piani A, B, C di "salvataggi" cantonali. E poi c'è quella cosa delle aste, e pure queste pare non siano necessarie. E l'ultima, di cui non si parla mai, è quella della pluralità, dell'istruzione dell'educazione, eccetera. Eppure anche qui dicono: "Ah ma sì, lo faranno". Insomma è un guazzabuglio.

20:02

Pontiggia: la questione delle aste delle concessioni alle frequenze, i fautori ne parlano poco e la ritengono "superata" ma di che si parla esattamente? Ha senso, secondo voi?

 

Cheda: quando è stata lanciata l'iniziativa queste concessioni venivano vendute e comprate sottobanco, si parla di milioni di franchi che passano sottobanco. Venivano affidate dalla Confederazione in maniera non trasparente e criteri poco chiari o troppo "soft". Penso che le motivazioni di base siano proprio queste. Pensando allo scenario attuale con il digitale, è probabile che tutte queste piccole emittenti non avranno mai la chance di fare "il salto" e arrivare sulle televisioni della popolazione.

19:53

Pontiggia a Leuthard: Nel caso di un sì fino a quando la Confederazione potrà riscuotere il canone?

Leuthard: Ancora per un anno ma la vera domanda è: non siamo sicuri che tutti pagheranno? Io francamente no, direi che potremmo continuare per un anno e mezzo al massimo ma non è una soluzione.

 

Cheda: Questo è un sistema "dopato" dove c'è chi può accedere a questi soldi e chi no, parlo di tanti attori piccoli e che si basano sul digitale. Lo stesso problema vale per i giornali e le testate online. In questo senso la Ssr fa concorrenza sleale anche ai siti d'informazione privati. Il pluralismo vero è quello degli indipendenti non quello dell'atleta dopato che batte tutti gli altri.

Leuthard risponde a Cheda: Vi porto un esempio su tutti: pensate a Miss Svizzera, lo hanno gestito le emittenti private, lo avete forse visto? Il motivo vero è che produrre contenuti di questo tipo sarebbe troppo costoso senza un canone.

19:51

Pontiggia a Lombardi: e per il settore privato?

 

Lombardi: forse come realtà privata siamo un pochino meno minacciati, in caso sarei pronto a rimboccarmi le maniche ma di sicuro non avrete la Radio 3iii e Teleticino di oggi.

19:44

Pontiggia a Leuthard: che ne pensa, cosa risponde il Consiglio federale?

Leuthard: Come governo si ha responsabilità nei confronti di tutti, non si può vivere di "forse", di possibilità ma di certezze. Che cosa dovrebbe fare un giornalista disoccupato per esempio in Ticino?

19:40

Pontiggia a Pamini: quale il perché del sì, secondo lei?

Pamini: la mia è stata una scelta molto riflettuta, ma è una scelta di coerenza: sebbene sia chiaro il vantaggio economico per la nostra regione mi sembra irritante il fatto che siamo obbligati ad abbonarci. Al di là del risultato dei sondaggi - sull'onda dell'emozione" alla fine la decisione verrà presa al seggio, sarà ragionata e sarà per il "Sì"

Pontiggia ad Abate: campagna infuocata e drammatizzata dalla parte del "No", la Rsi rischia davvero così tanto?

Abate: Certo che sì, un'azienda che perde il 75% delle entrate non può sopravvivere. Per quanto riguarda l' "infuocato" è comprensibile che ci siano moti d'animo per delle questioni ritenute importanti: Io la vedo come una grande reazione "di paese" per salvaguardare un bene comune.

Pontiggia a Cheda: Lei dice che con il Sì la Ssr sarà obbligata a rimuovere i rami morti e le persone improduttive

Cheda: Sarà la Ssr a decidere dove risparmiare mentre i cittadini che non spenderanno potranno investirli in altri settori economici generando un indotto positivo in altri rami. Le persone qualificate trovano posti di lavoro, se sono veramente qualificati.

19:36

Dopo che Doris Leuthard ha risposto ad alcune domande fattegli da Fabio Pontiggia, è ora il momento della tavola rotonda. Presenti Pamini, Cheda, Leuthard, Abate e Lombardi.

19:32

Pontiggia: Secondo lei come principio non è discutibile il fatto che un cittadino sia obbligato ad abbonarsi a un servizio?

Leuthard: Penso che si può discuterne ma se si pensa ai servizi pubblici di base viene ancora da porsi questa domanda? Penso che il servizio della Ssr debba essere inquadrato seguendo questa logica.

19:31

Pontiggia: Ha fatto molto discutere la radiografia sul profilo politico della Ssr, secondo la quale la maggioranza dei giornalisti si profili a sinistra. È un problema?

Leuthard: Non so, lei è di sinistra? (ride, Pontiggia risponde: Io no!) Se i giornalisti sono di sinistra, destra, centro non mi importa: le trasmissioni devono essere sopra le parti e indipendenti.

19:27

Pontiggia: Il controprogetto Udc di dimezzare il canone, che ne pensa?

Leuthard: Con la metà dei soldi non si può far funzionare un servizio pubblico come quello della Ssr, si rischia di perdere cose fondamentali come l'informazione che adesso costa praticamente la metà del budget, di meno di così è ancora impossibile.

Pontiggia: Quando le dicono che abbiamo la televisione più cara d'Europa, lei che dice?

Leuthard: Se guardiamo i nostri vicini se la cavano con circa 200 franchi, ma lì c'è una sola lingua... se volete una televisione solo in tedesco, allora va bene... (ride)

Pontiggia: La ripartizione del canone nelle varie regioni linguistiche resterà intoccata anche in futuro?

Leuthard: Io penso di si, la parte italofona paga il 4% e ricevete il 22%, il motivo? È impossibile lavorare con meno soldi: funziona così, in questo modo garantiamo l'accesso a tutte le minoranze linguistiche. Per noi questa solidarietà è importante e fa parte dello spirito confedreato.

19:22

Pontiggia: Lei ha detto in un'intervista «La Ssr dovrà lavorare con meno soldi, ed è possibile che ci sia un'altro abbassamento del canone».

Leuthard: Vogliamo stabilizzare il budget attorno al miliardo e duecento milioni, questo sì, il canone poi potrebbe variare in base alla popolazione, se questa crescerà anche il canone scenderà. La logica sarà questa.

19:17

Pontiggia: Il canone è sempre stato uno status quo, cosa si è rotto fra la popolazione e la televisione?

Leuthard: Tutto sta cambiando oggi, se ne accorgono anche i giornali, c'entranointernet e la digitalizzazione che ha portato una ventata di individualismo nella società. Mon penso che sia "colpa" della Ssr, su internet si può trovare tutto gratis. La gente non pensa che ci sia un valore in queste cose. Eppure è così.

19:15

Pontiggia: I sondaggi sono positivi, si ritiene tranquilla?

Leuthard: I sondaggi sono pericolosi, il mio lavoro sarà finito il prossimo 4 di marzo. Molti non partecipano, molti non rispondono sinceramente. Questa iniziativa, in ogni caso, non è nell'interesse della comunità.

Pontiggia: C'è stato un cambiamento nell'opinione pubblica, come mai secondo lei?

Leuthard: La gente ha cominciato a informarsi a conoscere meglio il testo, in molti secondo me a un certo punto hanno detto: «Oh no, questa cosa non la voglio»

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