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CANTONEL'OCST contro "No Billag"

31.01.18 - 11:33
Il sindacato ritiene che l'iniziativa non faccia altro che mettere in discussione «l’esistenza e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo» e «in pericolo migliaia di posti di lavoro»
Tipress
L'OCST contro "No Billag"
Il sindacato ritiene che l'iniziativa non faccia altro che mettere in discussione «l’esistenza e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo» e «in pericolo migliaia di posti di lavoro»

BELLINZONA - Anche OCST è contraria a "No Billag". «L'iniziativa in votazione il prossimo 4 marzo - scrive il sindacato - non fa altro che mettere in discussione l’esistenza e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo. I numeri in questo senso sono piuttosto chiari, dato che la perdita del 75% delle entrate sarebbe difficilmente compensabile.

Secondo l'OCST, ci sono alcuni ambiti nei quali l’interesse economico non ha un’entità tale da riuscire a garantire l’interesse pubblico. «Questo - specifica il sindacato - è il caso del servizio radiotelevisivo, in Svizzera complesso e articolato più che altrove, specialmente per necessità di una produzione diversificata per le lingue nazionali e le identità regionali».

Il sindacato, poi, si chiede quale sia la natura del servizio pubblico offerto dalla SSR. Dandosi una risposta. «È quella promuovere la comprensione reciproca e la coesione del paese, di favorire la libera formazione di opinioni del pubblico, di proporre contenuti culturali».

Per OCST, la dimensione del servizio radiotelevisivo elvetico «permette di attirare l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica sui temi locali, come, per esempio, è accaduto negli ultimi anni con le numerose trasmissioni nelle quali sono stati indagati gli squilibri del mondo del lavoro ticinese. Inoltre, in un quadro di democrazia diretta come il nostro, il dibattito pubblico trasmesso dalla televisione è un tassello importante della discussione sui temi in votazione».

«A tutti questi elementi - continua il sindacato - va aggiunto il forte l’impatto economico e occupazionale: solo in Ticino più di mille persone occupate. Se la più colpita dalla decisione di abolire il canone sarebbe la nostra televisione pubblica, non si può dimenticare il ruolo che giocano alle nostre latitudini anche le emittenti private, che anche grazie ai finanziamenti che ricevono, producono programmi e informazione di qualità».

Il sostegno che il comitato direttivo di OCST dà al servizio pubblico radiotelevisivo è però lungi dall’essere acritico. «Il dibattito scatenato dall’iniziativa - conclude il sindacato - è importante e non andrà comunque accantonato dopo le votazioni. Obiettività dell’informazione, qualità dei contenuti, gestione del personale, salari dei dirigenti, sono tutte questioni che dovranno essere affrontate».

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COMMENTI
 

WGWG 6 anni fa su tio
Più che perdere posti di lavoro sarebbe ridurre esempio tutti gli opinionisti ingaggiati dall estero per dire nulla...

Ctg 6 anni fa su tio
Anche il gruppo “schiacciaforuncoli” del Pizzo dei Cucù é contro

Lokal1 6 anni fa su tio
Anche la PIMPA e IL GATTOARTURO sono contro NO BILLAG

TIC 6 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
No, la Pimpa non c'entra.

Lokal1 6 anni fa su tio
Risposta a TIC
Allora la PIMPA è a favore dell' iniziativa

TIC 6 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
Non mi sono mai fidato di quella cagnolina.
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