Cerca e trova immobili

INTERVISTAAlain Bühler attacca: «Comano sta facendo una campagna del terrore contro "No Billag"»

24.11.17 - 14:00
A colloquio con il vicepresidente dell’UDC cantonale e acerrimo nemico del canone radiotelevisivo
Ti Press
Alain Bühler attacca: «Comano sta facendo una campagna del terrore contro "No Billag"»
A colloquio con il vicepresidente dell’UDC cantonale e acerrimo nemico del canone radiotelevisivo

LUGANO - Alain Bühler, vicepresidente UDC Ticino e consigliere comunale di Lugano, in questi giorni viene dipinto come l'uomo che decreterà la morte della RSI. Come colui che porterà, con l'iniziativa No Billag, licenziamenti nella nostra televisione di Stato e metterà a rischio la coesione nazionale. «Fa tutto parte della campagna del terrore messa in atto da Comano, una campagna che con ogni probabilità sta facendo più male a loro che a noi», reagisce lui. Il 4 marzo è ancora piuttosto lontano, eppure la campagna che porta alla votazione sull’abolizione del canone televisivo è entrata nel vivo. L'esponente democentrista resta sulla barricata e nonostante il proliferare in queste settimane di commenti, articoli, interventi contrari all'iniziativa di cui lui è promotore, non ha cambiato il suo pensiero.

Signor Bührer è sempre convinto che il 4 marzo gli svizzeri dovrebbero votare “sì” all’iniziativa denominata “No Billag”?

«Certo. Qui c'è in ballo la libertà del cittadino di pagare per ciò che vuole realmente fruire in ambito mediatico e non per ciò che lo Stato gli impone. Un canone da 365 franchi all'anno è ancora tra i più cari d'Europa. C'è chi se lo può permettere senza alcuna difficoltà e c'è chi invece preferirebbe soprassedere a questa spesa se potesse scegliere. Questo è il principale motivo per cui è stata lanciata l'iniziativa "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo", una proposta di modifica costituzionale che mira ad eliminare una tassa anacronistica nell'era del web e delle più disparate offerte digitali. Le altre motivazioni, non meno importanti, sono quelle di raggiungere finalmente una reale concorrenza in ambito mediatico e pubblicitario in Svizzera, cosa che oggi non esiste a causa di una pachidermica entità ibrida pubblico/privata come la SSR che gestisce il mercato mediatico e pubblicitario svizzero a proprio piacimento, lasciando agli altri solo le briciole. Le continue critiche all'indirizzo della SSR da parte dei più disparati gruppi d'interesse in ambito mediatico dimostrano ampiamente l'esistenza di una distorsione del mercato da parte dell'emittente di Stato. Infine, per sgravare le aziende da una insulsa tassa di ricezione che dal 2019 diventerà praticamente un'imposta sul fatturato, modalità di riscossione respinta dai ticinesi nel 2015».

Venite descritti come coloro che metteranno a rischio l'esistenza della SSR e quindi della nostra RSI.

«L'iniziativa mira al canone e ai finanziamenti della Confederazione. L'esistenza della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) non è minata dall'iniziativa, bensì da una penosa dirigenza che preferisce gettare tutto alle ortiche invece di prepararsi all'eventualità di una vittoria del sì e varare quindi una nuova era per l'SSR e quindi anche per la RSI. Un'era da emittente di livello nazionale privata che si finanzia liberamente sul mercato senza vincoli legislativi dettati dal "servizio pubblico" e soprattutto senza obbligare i cittadini a versare una tassa. I detrattori dell'iniziativa ci accusano di voler distruggere la SSR, ma l'iniziativa non mira allo scioglimento dell'associazione che gestisce l'emittente di Stato, al suo patrimonio immobiliare, al suo personale e tanto meno alle sue strutture. La SSR continuerà ad esistere e con lei anche la RSI, quindi per il Ticino non bisogna fare catastrofismi di sorta».

“I media statali sono inutili in una società libera”: è una frase contenuta fra le argomentazioni del Comitato di sostegno all’iniziativa. Che ne è allora della coesione nazionale? Senza media statali non si rischia invece che chi ha più soldi sia più influente di altri? Insomma, l’informazione indipendente non sarebbe a rischio?

«La coesione nazionale viene dai cittadini di questo Paese, non è certo l'SSR ad averla creata e non ne è tanto meno la custode. Anzi, se guardiamo il palinsesto delle varie emittenti, notiamo che all'infuori del telegiornale e di qualche produzione nazionale, le reti si occupano prettamente delle loro regioni di riferimento. Questa non è coesione, qui si rasenta la segregazione. Per quanto riguarda invece l'indipendenza di un media statale ci sarebbe molto da dire, ma mi limito a fare io una domanda: se il Consiglio federale fissa l'ammontare del canone, ne fissa la chiave di riparto tra SSR e media privati sovvenzionati, rilascia la concessione e ne fissa i termini e nomina delegati e membri del Consiglio d'amministrazione della SSR; quanto vi sembra indipendente dallo Stato? Difficilmente vedrete un cane mordere la mano di chi lo foraggia. Questa non è indipendenza».

Un’altra frase è : “Orientare l’offerta secondo la domanda del pubblico”. Non è pericoloso? Non si rischia che programmi "di nicchia" vengano soppressi a discapito di quelli “di massa”? Non si rischia un appiattimento dell’offerta?

«Non si tratta di rischio, perché nessuno deve dire a un cittadino che tipo di televisione deve vedere, è lui che decide cosa vedere/ascoltare/leggere. Questo è anche uno dei motivi per cui il servizio pubblico perde costantemente terreno, specie tra le nuove generazioni. Per quanto riguarda i programmi di nicchia, se sono richiesti dal pubblico non è detto che sia la SSR a dover sopperire a tale domanda. Le emittenti regionali nell’era post canone giocheranno un ruolo sempre maggiore in Svizzera».

Un ridimensionamento della SSR toccherebbe inevitabilmente e soprattutto le regioni periferiche, che l’UDC dice di difendere. Cosa ne pensa?

«Ma la SSR non sparirà per un eventuale “Sì” all'iniziativa. Ci sono milioni di possibili clienti sia in Svizzera che all'estero per un eventuale abbonamento al pacchetto SSR. È ovvio che bisogna raggiungerli e guadagnarsi il loro gradimento, cosa che finora non era la priorità dell'emittente. Per non parlare della possibilità di fare pubblicità in tv, in radio, e sul web e di approntare un sistema di video on demand. È palese che la SSR continuerà a mantenere un ruolo di punta in qualità di emittente nazionale; ha l'infrastruttura, le attrezzature, il personale e il know how per farlo. Il gradimento e le richieste del pubblico plasmeranno la sua forma e i suoi contenuti futuri e per mantenere costante questa domanda e massimizzare le entrate, non si può certo lasciare 700'000 italofoni abbandonati a se stessi. Non dimentichiamoci poi delle emittenti regionali, che oggi sono relegate a un ruolo minore e tenute in piedi dalle briciole dei proventi del canone radiotelevisivo. Soprattutto nelle zone periferiche giocheranno un ruolo sempre maggiore nell'informazione e nell'emissioni di contenuti mediatici richiesti dal pubblico in tali regioni».

Un altro argomento dei contrari è che la Svizzera verrebbe “invasa” dalle emittenti estere. La protezione del mercato svizzero è altro aspetto che al suo partito sta a cuore…

«L'UDC si batte per il meno Stato, meno tasse e per la libertà dei cittadini. Tutti principi che l'iniziativa abbraccia a pieno titolo. Per quanto riguarda il mercato mediatico svizzero, esso è abbastanza grande per sviluppare una varietà mediatica interna a disposizione dei cittadini ma non abbastanza per accendere gli appetiti del Rupert Murdoch di turno, senza contare che offerenti VoD e streaming come Netflix, Amazon, Google Play, Apple TV e DAZN sono già presenti sul mercato e riscontrano un sempre più crescente apprezzamento del pubblico».

All’interno del suo partito ci sono punti di vista differenti. Marco Chiesa è favorevole al canone, lei no, Piero Marchesi sta nel mezzo e cerca di fare da “pompiere”. Come mai questa “spaccatura”? 

«Nessun partito ha opinioni univoche e granitiche, tanto meno l'UDC. In questo frangente io e Marco siamo in disaccordo sul tema e tra qualche settimana il comitato cantonale si esprimerà in merito. Non ci vedo nulla di strano e soprattutto nulla che non sia stato già visto in altri partiti. Questa è democrazia».

Sempre Quadri ha recentemente affermato che l’iniziativa non ha nessuna chance di essere accolta a livello federale, ma servirebbe a dare un segnale. È dello stesso avviso?

«Lorenzo Quadri ha espresso un suo parere e si pone un suo obiettivo, l'approvazione dell'iniziativa "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo" in Ticino. Un obiettivo che condividiamo, ma il mio obiettivo come quello del comitato nazionale resta quello di convincere il maggior numero di cittadini in Svizzera a votare a favore dell’iniziativa».

Il canone è stato abbassato. Dal 2019 si pagherà 1 franco al giorno, una cifra molto simile all’abbonamento annuale per i principali quotidiani ticinesi a pagamento. Se la vediamo sotto quest’ottica non è una cifra esorbitante…

«Il cittadino sceglie liberamente di abbonarsi a un giornale, ma non può fare altrettanto con il canone. Qui sta la differenza, nella libertà di scelta del cittadino di spendere il denaro che si è guadagnato con fatica come meglio crede».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

samarcanda 6 anni fa su tio
Ma tanto questi "Media statali", di fatto sono già privatizzati dall'oligarchia ticinese e allora che tali gruppi di potere fondino i propri media con i propri soldi. Ci vuole coerenza.

shooter01 6 anni fa su tio
E' vero, assolutamente vero. Questa è la dimostrazione che non hanno UN MINIMO di obiettività di informazione. Certamente tutti quei miliardi che entrano fanno comodo, e comunque io non vedo tanto can can e terrorismo quando licenziano i poveracci che lavorano nel settore privato per fare spazio ai frontalieri. Io sempre più deciso NO BILLAG

Mat78 6 anni fa su tio
Il puro libero mercato, specie se riguarda la cultura, è solo pericoloso...sicuramente ci sarebbe un appiattimento ed un abbassamento del livello qualitativo e formativo della televisione. Troppe leggi, tasse e burocrazia uccidono un paese, ma l'assenza totale di queste porta all'anarchia ed alla perdita di identità e coesione nazionale... Bühler vuole 0 stato, il che non è molto nazionalista come discorso...ok, è vero, il canone va ulteriormente dimezzato, la la televisione pubblica è utile, va difesa e ahimè finanziata... Basta estremismi che portano solo ad anarchia e deregulation totale...

gabola 6 anni fa su tio
Una volta con la spesa della billag ti guardavi la tsi e quei 4 canali che prendevi,ora se vuoi vederti la tele ti devi pagare la billag,un abbonamento e tirando le somme a fine anno per guardarti la televisione sborsi piu di mille fr annui,non dico di abolirla ma di sicuro ci si puo venire in contro,da soldi ga ne piu

Tarok 6 anni fa su tio
no billag no billag no billag un baraccone che costa la metà dei proventi che incassa e perseguitano le vecchiette con denuncie penali perché non hanno dichiarato la radiosveglia

Bandito976 6 anni fa su tio
Ancora su questa tematica. Gent, hann stüfiii. Io personalmente sono per la soppressione del canone. Fr. 365 + vari swisscom, upc, ecc. Penso che dovrebbe essere incluso nel pacchetto. Tassa tv, abbo e diritti televisivi. Poi spetta a loro dividersi la torta. Oggi paghiamo complessivo fr. 2000 per vedere canali nazionali, esteri, sport, ecc.

Libero pensatore 6 anni fa su tio
Certo, a un partito in mano ad un miliardario come Blocher farebbe molto gola mettere mano ai media e pilotarli berlusca style. Scommettete che se passa l'iniziativa il buon Blocher, paladino della difesa del ceto medio e dei meno abbienti, si lancerà pesantemente nel mondo dei media?

curziocurzio 6 anni fa su tio
?? Alla faccia dei prima i nostri, Bueler afferma l'alternativa di abbonarsi a servizi di payTv e streaming stranieri, UPC con Mysport, Amazon Netflix google play hanno tutti i server in USA o sbaglio? Quindi in Ticino non rimane nemmeno 1.- Fr dei vari abbonamenti ??

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
aha aha aha... questo qua è fuori come un balcone!... :-)))))

Iron 883 6 anni fa su tio
Ci si scanna per una tassa equivalente a un franco al giorno. Se i politici impiegassero il medesimo impegno per le casse malati sarebbe molto meglio. Per quest’ultime il costo giornaliero è di gran lunga superiore a un franco al giorno. Ah! Dimenticavo, con le casse malati tanti politici ci guadagnano fra CdA e quant’altro!

Danny50 6 anni fa su tio
Risposta a Iron 883
Forse hai ragione. Ieri il CF ha regalato 1,3 mia all’UE che per le 3’725’800 economie svizzere significano Fr 348,90 cadauna, questo per ottenere una beata minchia.

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a Iron 883
Non sapevo che un anno avesse 451 giorni !! Se quella che ha proposto i 365 franchi perché non inizia dal 2018 ma dal 2019 ? Ah, forse aspetta l'esito della votazione poi vedremo se manterrà la parola data.

flowerking 6 anni fa su tio
Risposta a Iron 883
Pagare una tassa per intrattenimento televisivo che io non desidero affatto e in più imposto dallo Stato, non mi va. Per contro, pagare un premio (anche se purtroppo è alto) per la mia salute e imposto dallo Stato mi sta più che bene.

Iron 883 6 anni fa su tio
Risposta a flowerking
Punti di vista! Accettiamo di pagare di tutto e di più e poi ci incasiniamo la vita per un franco al giorno. Quanti ne buttiamo via ogni giorno per cose meno importanti? Potrà non piacere la televisione svizzera ma sempre meglio che pagare magari il doppio per vedere televisioni commerciali !

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a Danny50
L'importante è dire che non ci sono i soldi per l'AVS. Qualcosa hanno ottenuto; la Crozia ha esultato di gioia ;-))

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a Tato50
Ops "Croazia" .......... ;-))

Frankeat 6 anni fa su tio
I Pro fanno la loro campagna. I Contro fanno la loro campagna. Noi, i mezzo, ci stiamo sorbendo tonnellate di parole dette e scritte in quantità che supera oltre ogni logica umana. Tra l'altro mancano ancora 3 mesi.

GI 6 anni fa su tio
Mi ripeterò fin quando necessario:non è il canone che va abolito ma, semmai era la "BILLAG AG" che è costata un pacco di denaro ogni anno !!!! PS (non Partito $ociali$ta) dal 1.7.2017 la Billag è sostituita con la zurighese Serafe, quindi una votazione con titolo fuorviante !!!!

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a GI
Infatti il titolo è fuorviante perché la Billag incassa, ha 200 dipendenti e con molta probabilità parte del canone viene usato per pagarla. Se pensi che la Serafe ha fregato la Billag fancendo un'offerta di 50 milioni, chissà quanto costava l'altra; e i soldi chi li metteva ?
NOTIZIE PIÙ LETTE