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CANTONEFallimenti in Ticino: «una voragine economica che richiede una risposta politica urgente»

02.11.17 - 09:34
Fallimenti in Ticino: «una voragine economica che richiede una risposta politica urgente»

BELLINZONA - Lo scorso 26 ottobre, il sindacato Unia Ticino ha portato alla ribalta la questione dei fallimenti in Ticino e le conseguenze che ne derivano in termini economici e sociali. In particolare è stato sottolineato come si stiano affermando i fallimenti a scopo di lucro.

La realtà emersa dai dati statistici è, secondo Matteo Pronzini (MpS), «resa ancora più inaccettabile dall’affermazione di un fenomeno relativamente recente, ossia quello dei “fallimenti a scopo di lucro”».

Per Pronzini, che sull'argomento interroga il Consiglio di Stato, non solo «nessuna iniziativa è intrapresa per contrastare questo fenomeno», ma gli interventi prospettati dal Governo ticinesi «vanno in un senso opposto, ovvero verso un indebolimento ulteriore dall’azione politica necessaria a contrastare con decisione questa deriva».

Qui di seguito le domande poste al Governo:

1) Perché davanti ai dati pubblici sui fallimenti, in particolare quelli relativi alle perdite derivanti dalle liquidazioni di fallimenti, il Governo non ha concretizzato nessuna misura importante d’insieme per combattere questa grave fenomeno?

2) Se il Governo considera gli elementi statistici esposti nella presente interpellanza come i sintomi di una situazione finanziaria e sociale non più accettabile, è d’accordo, come primo passo concreto, con il ritiro immediato del progetto “Riorganizzazione dei settori Registri ed Esecuzioni e fallimenti della Divisione della Giustizia”, in particolare le misure concernenti il Settore esecuzioni e fallimenti?

3) In questo senso, il Governo come spiega le parole della direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, la quale, nella Regione del 18 agosto 2017, affermava che il partente responsabile degli uffici fallimenti del Sopraceneri - incaricato di preparare le denunce insinuate al Ministero pubblico in caso di sospetti reati fallimentari perché, come ammesso dallo stesso consigliere di Stato Gobbi nella trasmissione Modem della RSI in data 27 ottobre, “unico avvocato del Settore esecuzione e fallimenti”-, sarebbe stato sostituito nel suo ruolo. Affermazione che invece non trova manifesto riscontro nel progetto di “Riorganizzazione dei settori Registri ed Esecuzioni e fallimenti della Divisione della Giustizia”

4) Di conseguenza, tenuto conto anche dell’attivo di 10, 3 milioni di franchi registrato nel 2016 dal Settore esecuzioni e fallimenti, il Governo è d’accordo di procedere a un decisivo potenziamento in termini di nuove forze e di nuove competenze, computabili in diverse decine di nuovi posti di lavoro qualificati, del Settore esecuzioni e fallimenti? E ciò anche in considerazione del fatto che questo investimento permetterebbe di aumentare il recupero di masse ingenti di attivi oggi platealmente sottratti all’interesse pubblico.

5) Per legittimare l’importanza di perseguire, anche ricorrendo alla repressione penale dei fallimenti, si chiede allo spettabile Governo di fornire i dati sui recuperi in termini finanziari legati all’azione, nella sua forma attuale, del Servizio esecuzione e fallimenti. Più concretamente, quanti milioni sono stati recuperati grazie alle denunce penali, per crimini fallimentari, effettuate dal Settore esecuzione e fallimenti? Inoltre, quante sono le segnalazioni per crimini fallimentari inoltrate dai servizi dello Stato al Ministero pubblico negli ultimi 5 anni e quante di queste sono state oggetto di una condanna penale?

6) Il Governo è d’accordo che il decisivo investimento nelle capacità di contrastare i fallimenti, in particolare di quelli a scopo di lucro, deve essere inserito in un progetto più ampio, in termini finanziari e organizzativi, di lotta alla criminalità economico e alle forme più brutali – di stampo criminoso – della forza lavoro?

7) Come si può desumere dalle statistiche, negli ultimi 21 anni le perdite dovute alle liquidazioni di fallimenti sono state mediamente di 252 milioni di franchi a livello ticinese. Queste perdite sono dovute anche alla passività politica con la quale il problema è stato trattato dal Governo ticinese. Alla luce di queste considerazioni, il Governo non crede che tutto il pacchetto di risparmi, di tagli della spesa pubblica vada rivista alla luce dei risultati anche finanziari derivanti da una lotta “senza quartiere” ai fallimenti, in particolare nei confronti di quelli criminosi?

8) Alla stessa stregua, queste perdite possono essere considerate come un importante “aiuto indiretto alle imprese”. Detto altrimenti, queste ingenti perdite imprenditoriali sono state scaricate sulla collettività pubblica. Ora, considerata l’urgenza politica e sociale di contrastare e ridurre questo aiuto indiretto all’imprenditoria ticinese, il Governo non considera come ingiustificati i progetti di sgravi attuali e futuri nei confronti delle imprese attive in Ticino? Il Governo non crede che gli sgravi fiscali, presenti e futuri, non abbiano ragione d’essere, alla luce del fatto che la collettività già si accolla le perdite milionarie provocate dalle imprese di questo cantone?

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