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CANTONEL’MPS chiede al Governo di combattere la criminalità economica

27.10.17 - 09:12
Il Movimento, tramite Matteo Pronzini, ha inoltrato al Consiglio di Stato una mozione affinché vengano rafforzati i controlli su chi viene in Ticino per costituire società o acquistare immobili
TiPress
L’MPS chiede al Governo di combattere la criminalità economica
Il Movimento, tramite Matteo Pronzini, ha inoltrato al Consiglio di Stato una mozione affinché vengano rafforzati i controlli su chi viene in Ticino per costituire società o acquistare immobili

BELLINZONA - Permessi di soggiorno, attività commerciali e infiltrazioni mafiose. Matteo Pronzini ha presentato un nuovo atto parlamentare al Governo. "Gli approfittatori" sono attirati dall’«estrema facilità offerta dal diritto svizzero e i controlli unicamente di carattere formale effettuati dall’Ufficio del registro di commercio». L’MPS ha quindi presentato al Consiglio di Stato una mozione in cui viene evidenziato come sia facile costituire un’impresa in Ticino, anche da parte delle organizzazioni criminali.

È elevata - si fa notare nella lunga introduzione - la percentuale di società bucalettere, sempre in crescita il numero di reati finanziari e il fenomeno dei fallimenti seriali o pilotati. «Oltre ad eludere il fisco nel paese d’ordine, aggirare i controlli sui lavoratori distaccati, commettere truffe, la costituzione di imprese in Ticino permette alle organizzazioni criminali di riciclare denaro sporco infiltrandosi nel tessuto economico locale».

L’MPS, tramite Matteo Pronzini, cita i casi di Carlo Antonio Longo (arrestato nel 2012 nell’ambito dell’operazione Blue Call, era considerato una sorta di intermediario della 'ndrangheta in Ticino. A capo della Helvicorp Realinvest SA, con terreni e case tra Castalo e Rovio), Franco Longo (arrestato nel dicembre 2014, era residente a Vacallo da due anni. Definito anche lui il “banchiere” della ‘ndrangheta” ed era uno dei soci della DWA COSTRUZIONI Sagl. Anche lui possedeva immobili a Chiasso), Renato Bevilacqua (viveva in un appartamentino a Chiasso ed erano soci in tre aziende chiassesi attive nel campo dell'edilizia e delle costruzioni), Emanuele Sangiovanni (arrestato in Italia nel 2014, aveva creato una dozzina società di compravendita che stipulavano falsi contratti di lavoro, con stipendi elevati, al fine di ottenere permessi di soggiorno) e Gennaro Pulice (amministratore unico della S.E.T. SWISS e fondatore della Pulice Consulting).

Secondo Pronzini - che riporta alcuni dati - la richiesta del casellario giudiziale a chi chiede o rinnova il permesso cambierebbe le carte in tavola: «Dalle cifre fornite dal Consiglio di Stato sembra che i controlli risultino molto più efficaci se concentrati su “persone a rischio”. In primo bilancio effettuato a 13 mesi dall’introduzione della misura il Consiglio di Stato ha annunciato, nel maggio 2016,  che su 17'468 domande di permessi B o G inoltrate in Ticino, 33 sono state respinte,  in 10 casi è stata pronunciata una proposta di ammonimento, in 9 casi il richiedente ha rinunciato, mentre altre 72 richieste erano ancora sotto esame». Prima dell’introduzione? «In soli cinque mesi, il Settore giuridico ha esaminato 415 pratiche, che in 37 casi hanno portato alla revoca del permesso di soggiorno, mentre in 18 casi si è proceduto a non rinnovare oppure a non rilasciare un permesso».

La mozione dell’MPS chiede pertanto al Consiglio di stato di presentare un piano d’azione per combattere la criminalità economica in Ticino. «Esso dovrà, tra le altre cose, prevedere il potenziamento dei controlli da parte dell’Ufficio giuridico sugli stranieri che richiedono il rilascio o la proroga di permessi per risiedere in Ticino e sono iscritti o intendono iscriversi nel Registro di commercio per verificare se sono oggetto di inchieste all’estero o se sono ricercati. Lo stesso dovrà avvenire per chi compera immobili». Come pure «il potenziamento in mezzi e personale della polizia giudiziaria e della magistratura incaricata di combattere i crimini economici».

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