Il Gruppo conferma la propria idea in merito alla decisione del Consiglio di Stato di rimuovere l’ultimo ostacolo all’accordo sulla fiscalità dei frontalieri
BELLINZONA - «In segno di protesta verso quello che noi ribadiamo essere una decisione (quella sul casellario giudiziale) in palese conflitto con la volontà popolare, ci asteniamo dalla discussione sul consuntivo». Il Gruppo Lega ha trasmesso alle redazioni un comunicato stampa mentre è in corso la discussione sul consuntivo 2016. Fiorenzo Dadò ha infatti definito «inaccettabile che il partito di maggioranza relativa in Governo non intervenga e non voti», chiedendo al presidente del Gran Consiglio di riunire l’ufficio presidenziale.
La Lega si appella alla «decisione sul casellario giudiziale presa unilateralmente dal Consiglio di Stato», dove il Governo «si è fatto un baffo di due risoluzioni votate dal Gran Consiglio che andavano esattamente nella direzione opposta». «Per un dibattito utile - si legge nel comunicato - ci deve essere anche una parte disposta ad ascoltare».
La decisione di abolire l’obbligo di presentazione del casellario giudiziale in merito all’accordo sulla fiscalità dei frontalieri è definita dalla Lega «scellerato tradimento». Pensare «”rottamando il casellario porteremo a casa l’accordo sui frontalieri”, è per noi incomprensibile - si legge nel comunicato stampa -. Allo stato attuale, nemmeno il Gigi di Viganello può seriamente credere che la rinuncia al casellario porterà dei risultati».
Il Gruppo Lega sottolinea la propria idea, che era stata subito espressa da Norman Gobbi tramite i social network: «La sicurezza di un Paese non può essere svenduta sull’altare di interessi economici», sottolineando come «gli svizzerotti» debbano presentare il casellario giudiziale per ottenere un impiego, affittare un appartamento, occupare cariche pubbliche.
«L’indegno voltafaccia sul casellario», così come definito dal Gruppo Lega, avrebbe inoltre fatto fare «una figuraccia» al Ticino: verso sud dimostrando che «”chi si fa pecora, il lupo lo mangia”», verso nord, specificatamente nei confronti di Berna, perdendo peso.
«Se a tutta questa discussione tra sordi - conclude la Lega - aggiungiamo come, su richiesta del gruppo Lega di trovare misure alternative di risparmio, qualche ministro ha pensato bene di decidere di ritornare al parlamento decisioni “poco condivise dal direttore del dipartimento” ma già votate dal Gran Consiglio, è facile capire che per alcuni poco contano le decisioni parlamentari».