Il “Blick” ha stilato una lista di pro e contro di Ignazio Cassis, dato da molti come probabile successore di Didier Burkhalter
BERNA - Dall’annuncio delle dimissioni di Didier Burkhalter quale consigliere federale si fanno insistenti le voci che vogliono un politico italofono come suo sostituto. Dal 1999 in avanti, infatti, tutti i “magnifici sette” hanno avuto come lingua madre il tedesco o il francese. Il principale candidato - a detta di molti - sembra essere Ignazio Cassis, consigliere nazionale PLR che siede nella Camera bassa dal 2007.
Il “Blick” ha dunque stilato una lista di pro e contro che riguardano il 56enne ticinese.
I pro - L’esperienza: Come detto Cassis è un veterano del Parlamento ed è esperto di politica sanitaria. Viene definito dal quotidiano d’Oltralpe come «il ticinese più conosciuto sotto la cupola federale assieme a Filippo Lombardi».
Il multilinguismo: Cassis si esprime perfettamente nelle tre principali lingue nazionali: tedesco, francese e italiano.
Il carattere: «Parlare con lui è piacevole. È spesso disponibile e amichevole nei toni. Inoltre - aspetto da non sottovalutare - è apprezzato sia a destra, sia a sinistra», scrive il quotidiano.
I contro - Conflitti d’interesse: Per il "Blick" Ignazio Cassis non avrebbe però solo qualità positive, ma anche numerosi conflitti d’interesse, un aspetto da non sottovalutare per chi ambisce al Governo federale. «Pochi parlamentari ricoprono così tante cariche come Cassis, aspetto che ha rischiato di costargli anche la rielezione al Nazionale». Cassis è infatti presidente dell'associazione delle casse malati Curafutura (ruolo per il quale incassa 180mila franchi all’anno), è stato vicepresidente dell'Istituto svizzero per la formazione medica, medico cantonale e membro del CdA dell’EOC. Fa anche parte dell’associazione mantello delle case anziani e della Fondazione Radix.
Poca leadership: «Contrariamente al suo predecessore come capogruppo del PLR Gabi Huter - scrive il quotidiano - Cassis è considerato un moderato ed è additato come un politico con poca leadership, condizione necessaria per dirigere un Dipartimento».