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CANTONE"La scuola che verrà” non convince il PPD: «Il ruolo del docente ne esce peggiorato»

11.04.17 - 16:26
Il popolari democratici prendono posizione sulla riforma e chiedono al DECS alcuni correttivi
tipress
"La scuola che verrà” non convince il PPD: «Il ruolo del docente ne esce peggiorato»
Il popolari democratici prendono posizione sulla riforma e chiedono al DECS alcuni correttivi

BELLINZONA - Il Partito Popolare Democratico, ha preso posizione in maniera dettagliata in merito alla consultazione sulla riforma “La scuola che verrà”.

Nell'odierna conferenza stampa indetta oggi all'Hotel Unione a Bellinzona, il PPD ha espresso il suo apprezzamento per «l'intento di migliorare la qualità della scuola e per il coraggio di proporre un progetto che finalmente include tutti i settori della scuola dell'obbligo ticinese». Ma sono state mosse pure delle critiche alla riforma che, per i popolari democratici, «limita una progettualità responsabile personale e condivisa degli insegnanti, quando invece andrebbe potenziata e andrebbero pensate altre forme di autonomia degli istituti». La riforma - si legge nella nota del PPD - «affida perlopiù alle strutture il compito di migliorare il sistema educativo ticinese, dimenticando che la crescita e la formazione personale degli allievi dipende in larga misura dal confronto dei soggetti in una comunità educativa».

Per il PPD il ruolo del docente ne esce «peggiorato da un sovraccarico di lavoro e vincoli, nonché da una relazione con gli allievi molto ridimensionata. Vi è pure una perdita del 20/30% delle ore di lezione per le varie discipline, in contrasto con i traguardi formativi contenuti nei nuovi piani di studio».

Il PPD ritiene «indispensabile promuovere maggiormente la professionalità e la formazione del docente che deve essere coinvolto in qualsiasi disegno di riforma». E ritiene «indispensabile rafforzare la relazione tra allievo e docente attraverso incontri frequenti e regolari».

Per questo motivo al DECS viene chiesto:
a) di produrre un documento di sintesi con le principali osservazioni scaturite durante la fase di consultazione, con particolare attenzione a quelle giunte dalle associazioni magistrali e sindacali così come dai Plenum docenti, affinché i principali attori della riforma siano coinvolti seriamente in questa fase del progetto e valorizzati nel loro impegno propositivo di analisi e di rilancio sui contenuti;
b) di confrontare punto dopo punto il progetto iniziale con le osservazioni emerse nella fase di consultazione, affinché le criticità della “Scuola che verrà” siano corrette prima della preparazione del messaggio al Gran Consiglio;
c) di rafforzare il ciclo d’orientamento alle Scuole medie (classi III-IV media) con percorsi differenziati che, garantendo la formazione di base a tutti gli allievi, non eliminino le specificità del singolo. In particolare l’abolizione dei corsi attitudinali e di base non può avvenire senza un nuovo modello che possa veramente valorizzare il percorso di crescita personale, scolastica e pre-professionale dell’allievo;
d) di mantenere un giusto equilibrio tra ore/lezione e attività extrascolatiche, affinché i docenti possano raggiungere gli obiettivi contenuti nei Piani di studio. In particolare è da rivedere il numero e l’entità delle settimane progetto previste nella riforma;
e) di attendere il messaggio definitivo approvato dal Gran Consiglio prima di avviare la fase di ricerca e la selezione delle sedi pilota, onde evitare che istituti, docenti, allievi e genitori si trovino confrontati con progetti di riforma non definitivi e troppo aperti a ulteriori modifiche.

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