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CANTONELe aziende se ne vanno se non passa la Riforma? «Ma non chiamatelo ricatto»

18.01.17 - 18:31
Intervista a Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze, sulla Riforma III delle imprese, uno dei tre oggetti in votazione il prossimo 12 febbraio
Foto d'archivio (Tipress)
Le aziende se ne vanno se non passa la Riforma? «Ma non chiamatelo ricatto»
Intervista a Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze, sulla Riforma III delle imprese, uno dei tre oggetti in votazione il prossimo 12 febbraio

BELLINZONA - La Riforma III dell'imposizione delle imprese è uno dei tre oggetti in votazione il prossimo 12 febbraio. La Svizzera, costretta dalla Comunità internazionale a rivedere la sua politica fiscale che privilegia le multinazionali determinando così una disparità di trattamento, negli ultimi anni ha elaborato una legge che si pone tre obiettivi: la competitività dell'imposizione fiscale delle imprese, il ristabilimento del consenso internazionale e la certezza di una redditività finanziaria dell'imposta sull'utile per Confederazione, Cantoni e Comuni.

Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze, spiega, attraverso un'intervista a Ticinonline / 20 Minuti, le ragioni della necessità per il Ticino di attuare la Riforma III.

Direttore, questa riforma quanto ci costerà?
«Premetto innanzitutto una cosa: la storia ci insegna che queste analisi d'impatto sono sempre molto delicate da svolgere. Vi è un'evoluzione dell'economia costante, che rende particolarmente difficile fare previsioni riguardanti l'effetto di una riforma fiscale. La nostra è quindi una valutazione di tipo statico dalla quale emerge che, sul medio termine, se non ci dovessero essere dinamiche positive, il mancato introito oscillerebbe tra i 25 e i 35 milioni di franchi».

Una riforma costosa...
«Attenzione: queste sono cifre che vanno ancora considerate con una certa prudenza. Anche perché il passato ha dimostrato che con le politiche fiscali attuate abbiamo assistito ad una crescita delle risorse. Ciò che ci dobbiamo chiedere è a quanto ammonterebbero le perdite se non facessimo nulla. Perché non è vero che, rifiutando la Riforma, gli introiti attuali resterebbero assicurati. Anzi, potrebbero essere a rischio molte più risorse: molte aziende potrebbero andarsene, non solo dal Ticino ma anche dalla Svizzera. Inoltre, secondo il Consiglio federale a seguito di questa riforma il Cantone Ticino potrebbe guadagnare nuove entrate nell’ambito della perequazione finanziaria intercantonale».

Aziende che se ne vanno se non diminuiamo le aliquote. Potremmo definirlo un ricatto?
«No. Siamo in un mondo fatto di regioni e continenti che sono sempre più in competizione tra loro. Noi, con questa riforma, non facciamo altro che utilizzare strumenti che altri Paesi già conoscono. In un mondo sempre più interconnesso i confronti e le sfide sono su scala allargata».

Lei in un'intervista a Opinione Liberale ha riferito che il 4,5% dei contribuenti è responsabile del 20,1% del gettito delle persone giuridiche.
«Sì, i dati sono confermati. Queste aziende a statuto speciale rappresentano una realtà importante per il nostro territorio, che non può essere trascurata da parte nostra. Con la riforma introduciamo nuovi strumenti che serviranno ad incentivare maggiormente la presenza in Ticino di attività di ricerca e sviluppo, e andranno a favorire la nascita di nuove start-up da parte di quei giovani che hanno idee, ma non hanno a disposizione capitali. Vede, noi dobbiamo prepararci a trasformazioni rapide della nostra economia. Dobbiamo essere pronti ad affrontare con anticipo le sfide del futuro. Questa riforma ci permette di modernizzare gli strumenti di natura fiscale che ci daranno modo di ulteriormente diversificare e rafforzare la nostra economia».

È vero che il 9% di aliquota sull'utile è di per sé un'aliquota allettante. Perché ridurla addirittura al 6%?
«Faccio presente che, con il 9%, il Ticino è agli ultimi posti nella graduatoria delle aliquote a livello cantonale. Portandola al 6% non si fa altro che avvicinarci alla media nazionale».

La Municipale di Lugano, Cristina Zanini Barzaghi, ha dichiarato martedì 10 gennaio in conferenza stampa che i 20 milioni di franchi previsti per il fondo a favore delle famiglie del ceto medio sono una miseria visto che, per la sola città di Lugano, si spendono 22 milioni di franchi all'anno per l'assistenza
«20 milioni di franchi non sono una cifra trascurabile e vanno ad aggiungersi alle già importanti spese destinate oggi al sociale. Questi ulteriori 20 milioni di franchi serviranno a migliorare la conciliabilità tra lavoro e famiglia».

Lei ha parlato inizialmente di una stima di mancati introiti a livello fiscale di 25-35 milioni. E i 20 milioni di franchi per le famiglie da dove arriveranno?
«I 20 milioni di franchi provengono da prelievi sulla massa salariale già esistenti oggi che generano delle riserve. Sono dunque finanziati dalle aziende. Per la maggioranza di loro, non rappresenta però un nuovo onere potendo far capo alle riserve disponibili».

Questo sistema mi ricorda un po' un modello di società ottocentesca, dove i ricchi e i potenti pagano poche tasse e delegano a istituzioni benefiche la politica sociale.
«No, niente di tutto ciò. Questo strumento rientra in schemi già consolidati. Con la riforma fiscale si aboliscono i privilegi fiscali garantendo parità di trattamento e grazie alle misure sociali si aiutano le famiglie.»

C'è chi ha detto che questa legge è stata pensata soltanto a favore delle aziende e non a favore dell'interesse generale della comunità
«No, al contrario. Questa riforma va a beneficio di tutti perché crea una parità di trattamento tra tutti gli attori coinvolti. Tutti saranno trattati in maniera uguale e tutti avranno gli stessi oneri e gli stessi benefici. Anzi, a lungo termine a pagare un po' di più saranno le multinazionali. Inoltre, mantenere condizioni quadro favorevole garantisce posti di lavoro necessari per il benessere della nostra popolazione.»

Ai comuni e soprattutto alle città questa riforma fa paura. Per i Comuni è previsto un fondo di compensazione simile a quello pensato per le famiglie?
«Abbiamo studiato possibili strumenti di intervento che presenteremo qualora la Riforma sarà accettata dal popolo. Tra questi strumenti vi è, ad esempio, una correzione del sistema perequativo intercomunale. Con i Comuni siamo aperti al dialogo».

Cosa si intende per differenziazione del moltiplicatore? Aumentare le imposte alle persone fisiche per sgravare le persone giuridiche?
«No, al contrario. Qualora fosse necessario aumentare il moltiplicatore d’imposta per le persone giuridiche questo non ricadrebbe sui i cittadini. Inoltre, viene aumentata l’autonomia decisionale a livello comunale».

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COMMENTI
 

Lucauno 7 anni fa su tio
...". molte aziende potrebbero andarsene, non solo dal Ticino ma anche dalla Svizzera.".. Ammettiamo pure che probabilmente se ne andranno, ma dove? In Italia o altrove " probabilmente" staranno peggio che da noi.

siska 7 anni fa su tio
A mio parere non ho mai visto un governo così tanto sfilacciato e in difficoltà perché operare continuamente dei tagli a destra e a manca prima o poi si pagherà un conto ancor più salato. Mi dispiace per i consiglieri ma non nutro granché simpatia nei loro confronti, sicuramente non li voterò più nel prossimo eventuale cambiamento di guardia.

siska 7 anni fa su tio
...poi quando parla costui e che siede dove siede (eletto da una parte del popolo) mi pizzica il cuoio capelluto. Persona che diffiderei ovunque sieda.

siska 7 anni fa su tio
Oh ma di persone molto abbienti che si infilano in qualche scappatoia per non pagare quanto dovuto ve ne sono state nei decenni passati e non erano solo entità venute da fuori. Poi chi chiama pezzenti il prossimo per solo ed esclusivamente perché non guadagna abbastanza per pagare più imposte etc. etc., costui o costei é già cerebralmente un/una pezzente. Persone che ci sputerei letteralmente in viso.

santo 7 anni fa su tio
che brutta involuzione hanno quegli esseri che si siedono su una delle poltrone del nostro governo... cosa non si farebbe per salvare i privilegi gentilmente offerti dall´elettorato. non chiamiamo schifo questo... schifo

Libero pensatore 7 anni fa su tio
Questo è un ricatto bello e buono anche se a dire il vero non ho sentito rappresentanti di aziende che minacciano di andarsene. Ho il sospetto che sia sempre il solito tema elettorale per mettere paura alle persone e fare i soliti regali agli amici degli amici. Chissà quanti nuovi clienti si faranno i fiduciari amici di Vitta grazie all'introduzione delle mille mila eccezioni e condizioni per ottenere sgravi fiscali. Per le aziende l'aspetto fiscale è importante ma non è certamente l'unica cosa che conta. Qua in Ticino tanti vengono perché possono assumere personale a basso costo (frontalieri), vendere a prezzi svizzeri fregiandosi del marchio Swiss Made e approfittando dei nostri servizi (pubblici e non) di alto livello.

volavola 7 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
ESATTAMENTE

volavola 7 anni fa su tio
Ma chi c...o ha detto che se ne vanno le aziende? e soprattutto dove? Ricordiamoci che non voteremo per aumentare le tasse (e in quel caso, forse, qualche aziende potrebbe valutare di andarsene) ma si voterà per fare uno sconto alle aziende che già in proporzione alle persone fisiche e a quanto pagherebbero all'estero pagano già una somma ridicola. Inutile ricordare che la differenza la pagheremo noi pezzenti che guadagnamo meno di 100'000 all'anno; anche perchè se aumenti le tasse ai ricchi. secondo molti politici anche questi se ne andranno... a fann...

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a volavola
Non è esatto, per esempio l'iniziativa farà aumentare le imposte delle holding,..... La differenza la pagheremo noi pezzenti? Guarda che i pezzenti pagano poche imposte e spesso e volentieri, SE SONO PEZZENTI, non pagano neanche un centesimo in imposte. Quindi anche qui smettiamo di dire fesserie, perché il grosso del gettito fiscale che sostiene il nostro paese arriva principalmente da aziende, ricchi e semmai ceto medio.

volavola 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
a te capii tut ti vuoi dire che i pezzenti che guadagnano 70'000 all'anno non pagano le tasse? SE NON HAI NULLA DA DIRE forse è meglio che stai ZITTO.

F.Netri 7 anni fa su tio
Risposta a volavola
Mi sembra di capire che sei uno di quei proletari che reputa "pezzenti" tutti coloro che guadagnano meno di 100'000 fr. all'anno. In realtà appari molto più "pezzente" tu, che non quelli che guadagnano meno di 100'000 fr. all'anno.

volavola 7 anni fa su tio
Risposta a F.Netri
io sono un pezzente che guadagna meno di 100'000 all'anno e non mi vergogno né di dirlo né di esserlo... ma mi sembra giusto che le tasse le pagano soprattutto le famiglie benestanti e le aziende che incassano milioni. Invece nella realtà chi ha i soldoni ha anche la possibilità tramite società fantasma, fondazioni e il segreto bancario di pagare un decimo di quello che dovrebbero (con la complicità dei politici e gli Stati corrotti).

cerea 7 anni fa su tio
C'è poco da fare i furbi, se se ne vanno le aziende, rimarranno solo i permessi B che ovviamente dovremo mantenere, prima con la disoccupazione e poi con gli aiuti sociali. Il film mi sembra già di vederlo.

santo 7 anni fa su tio
Risposta a cerea
magari potranno rivedee la truffa (tassa) di collegamento, una volta spariti tutti quei parassiti di frontalieri. Altro che permessi B in assistenza. ci guadagnamo comunque... cerea... a me lei sembra molto un parente del signor vitta...

vulpus 7 anni fa su tio
La povera economia ticinese ha bisogno di regole precise e sopratutto stabilità. Troppe cose ballerine stanno stufando aziende di qualità.

tazmaniac 7 anni fa su tio
Vitta sta prendendo il vizio di Zali ... ovvero di chiedere di non chiamare per nome quello che di fatto lo è..... Non chiamatele tasse, le tasse ... non chiamateli ricatti, i ricatti ... e come c......o bisogna chiamarli allora??? Gentile concessione del deretano per sollazzare le vostre mancanze??? Su, ditemi, come bisogna chiamarlo allora??

Equalizer 7 anni fa su tio
La stabilità di una nazione e del suo sistema ha un prezzo, quindi niente regali fiscali, ne sono già stati fatti troppi dai vari comuni.
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