Bocciato il modello aggregativo presentato in luglio da Gobbi: «Era negativo per la Città». Si torna alla variante del 2013
LUGANO - Lugano conferma l'obiettivo di un'aggregazione con 16 Comuni. Lo scenario del 2013 - come spiegato oggi in Municipio, nel corso di una conferenza stampa - in buona sostanza non cambia.
Cade, insomma, la proposta avanzata l'11 luglio da Norman Gobbi che aveva presentato una sorta di "variante light" rispetto a quella messa in consultazione nel 2013. Variante che, in ogni caso, non incontrava il consenso unanime.
Un ritorno al passato che, assicura il sindaco di Lugano Marco Borradori: «E' condiviso all'unanimità dal Municipio». Anche se, prevede: «Si scalderanno gli animi».
Come previsto dal PCA del 2013 l'idea è che nascano una Collina Nord Residenziale (Origlio, Ponte Capriasca, Lamone, Cadempino, Comano, Cureglia e Vezia), una Collina Sud Residenziale (Collina d'Oro e altre parti di territorio - Pian Scairolo) e il Polo con tutti gli altri comuni (Lugano, Paradiso, Sorengo, Grancia, Massagno e i territori oggetto di pianificazione intercomunale come il comparto di Cornaredo e del Pian Scairolo).
Ragioni economiche e fiscali dietro la decisione - «Nel 2013 non tutti erano d'accordo - sottolinea Borradori -. E nemmeno il modello del Consiglio di Stato era stato gradito. Da quell'11 luglio abbiamo pensato a dei correttivi. E per noi va perseguito il modello iniziale, quello del 2013 con i 16 comuni coinvolti».
Occorrerà tempo - Borradori non nasconde che i tempi saranno lunghi: «Si parte da un orizzonte che va dal 2024 al 2030». Il Sindaco spiega pero' che Lugano ha intenzione di premere sull'acceleratore. Almeno con i comuni più affini : «Ci vogliamo concentrare su un'aggregazione con i comuni più vicini a noi, Paradiso e Massagno, con due comparti importanti come quello della stazione e quello del Campus Supsi. Con loro l'aggregazione non deve avvenire in tempi biblici».
I due Comuni in questione, tuttavia, ad oggi non sono stati informati della decisione e non sono da escludere eventuali perplessità in merito.
Borradori spiega il perché di questa scelta: «Potevamo pensare anche a Grancia, ci sarebbe il Pian Scairolo, ma ci concentriamo su questi due per non rendere pesante la macchina che vogliamo mettere in moto ed accelerare i tempi».
Perché non la soluzione Gobbi? - «Se si dovesse procedere con la variante 2016 - sottolinea Borradori - ci troveremmo con una situazione negativa per la Città. E noi dobbiamo osare. Altrimenti ci troveremmo ingabbiati con due colline residenziali, un'unica vocazione residenziale e una Città che offre solo servizi, rischiando una disparità fiscale».
Lugano pensa in grande. «Abbiamo grandi progetti che toccano tutta la regione e che vanno ad intersecarsi con tutti i Comuni. Qui siamo un Polo. Perché spezzettare la forza di un Polo quando si deve tendere a rafforzare un'unica regione? Lugano vuole e deve essere una piattaforma di collegamento tra nord e sud».
I timori per il futuro non mancano: «Dovesse fallire il PCA di Lugano, fallirà tutta la politica d'aggregazione del Cantone», prevede Borradori.
Anche per Michele Foletti il progetto è ambizioso: «Con 93mila abitanti e 53mila posti di lavoro saremo una realtà importante anche a livello nazionale. Possiamo disporre di risorse per servizi di qualità da offrire a tutta la regione e pensare allo sviluppo di tutto il Luganese. Lo scenario 2016 di Gobbi apportava oneri fiscali alla Città a solo vantaggio delle colline residenziali. Il Polo non deve assumersi tutti i costi. Per quello l'unica soluzione resta quella del 2013 con la tappa intermedia dei comuni segnalati prima».
Quindi conclude: «Assicuriamo di non aver fatto un ragionamento politico di voti, nella scelta dei comuni, ma tecnico. Perché iniziare con Massagno e non Sorengo? Sorengo non ha le infrastrutture adatte per essere strategiche per la Città».