Il Partito Socialista risponde alle accuse dell'imprenditore Alberto Siccardi secondo cui i giovani ticinesi sarebbero poco formati e spesso preferirebbero la disoccupazione al lavoro.
LUGANO - «Annunciare una formazione insufficiente dei giovani ticinesi non basta: bisogna dimostrarla». Il Partito Socialista risponde alle accuse dell'imprenditore Alberto Siccardi secondo cui i giovani ticinesi sarebbero poco formati e spesso preferirebbero la disoccupazione al lavoro.
«Il PS Ticino ritiene che gli eventuali problemi di formazione in Ticino debbano essere dimostrati da chi li annuncia invece di fare l’oggetto di sterili polemiche - si legge nella replica vergata oggi dai socialisti -. Inoltre, alle aziende che puntano ad assumere personale a basso costo e che lamentano un problema di formazione va ricordato il proprio ruolo formativo».
Per il PS parlare di un problema di formazione serve solo a creare polemiche: «Durante gli ultimi giorni la stampa ha più volte pubblicato l’opinione secondo la quale il problema del lavoro in Ticino sarebbe legato alla formazione, sostenuta ad esempio dal patron della Medacta SA Alberto Siccardi. Questo genere di opinioni, sprovviste di dati e statistiche, sono finalizzate alla polemica e non contribuiscono a determinare né le cause né le soluzioni dei problemi del lavoro in Ticino».
Per il Partito Socialista gli imprenditori «come Alberto Siccardi», oltre alla loro opinione dovrebbero «rendere pubblici anche i profili professionali ricercati e i relativi salari. Questi dati sono indispensabili per sapere se in Ticino c’è un reale problema di formazione o se al contrario il nocciolo della questione – che questo genere d’opinione intende celare – è il salario».
È proprio il PS a snocciolare dei dati: «Nell’anno accademico 2014/15 sono stati 847 gli studenti ticinesi iscritti ai Politecnici federali, di cui 659 al ETH di Zurigo, recentemente classificato al nono posto dei migliori istituti superiori al mondo. 601 gli studenti ticinesi in scienze tecniche: 103 in più di dieci anni fa. Alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), 295 ticinesi hanno seguito la formazione in "tecnologie innovative" e 314 in "ambiente, costruzione e design". Delle formazioni che implicano un investimento del Cantone: per l’anno citato, per le sole borse di studio sono stati accordati 1.4 milioni per le formazioni al Politecnico, 1.05 per quelle universitarie professionali e 1.6 milioni per le formazioni nelle scuole tecniche universitarie d’Oltregottardo».
Dati, questi, che cozzano con i salari che, sottolinea il PS, «in Ticino continuano ad essere sistematicamente i più bassi della Svizzera, con una differenza del 15-20% e un salario mediano inferiore di 1000 franchi rispetto al resto della Confederazione».
«In queste condizioni è facile capire come un giovane ticinese formato, per cui anche il Cantone ha fortemente investito, scelga un’opportunità professionale nel resto della Svizzera piuttosto che in Ticino», prosegue la nota.
Per il PS Ticino vi sarebbe in ogni caso un ampio margine salariale su cui «è imperativo agire per attrarre nel nostro Cantone i giovani che hanno seguito una formazione di qualità in Svizzera. Ai “nostri” le porte vanno aperte in particolare offrendo loro salari in grado di garantire vite dignitose».
Alle aziende stabilite in Ticino, i cui responsabili lamentano dei problemi di formazione, il Partito Socialista ricorda «il loro ruolo in questo ambito, soprattutto nel campo del tirocinio, visto che dei 10'000 giovani che seguono una formazione professionale più della metà sono apprendisti. Un eventuale deficit formativo, che va comunque dimostrato, non può essere imputato unicamente allo Stato, ma va anche attribuito alle aziende che, invece di formare i giovani, preferiscono puntare all’assunzione sistematica di personale sottocosto, o frontaliere, con l’unico scopo di massimizzare i profitti».