Il vice presidente dell'UDC Ticino risponde al vice presidente del PS Ticino, Fabrizio Sirica in merito all'iniziativa che voteremo il prossimo 25 settembre
LUGANO - E' passata una notte. Tanto basta per Alain Bühler, vicepresidente dell'UDC Ticino, per rispondere ad un altro vicepresidente, Fabrizio Sirica che ieri, attraverso un suo intervento diramato alle redazioni, aveva invitato i ticinesi a dire no «all'iniziativa Prima i nostri», in votazione il prossimo 25 settembre.
In sintesi, l'esponente socialista, aveva accusato l'UDC d'incoerenza. I democentristi, infatti, si batterebbero contro i salari minimi, i contratti collettivi di lavoro e ad un inasprimento delle multe agli imprenditori disonesti.
Oggi Bühler risponde a Sirica, invitandolo «ad aggiornarsi non solo in merito a cosa chiede l'iniziativa, ma anche a quello che accade nel nostro Cantone».
Il vicepresidente UDC ricorda l'approvazione da parte dei ticinesi «dell'iniziativa popolare "Salviamo il lavoro in Ticino" che imporrà dei minimi salariali settoriali che, notizia di qualche giorno fa, si avvia verso la legge d'applicazione».
Inoltre Bühler afferma che "Prima i nostri" prevede «un divieto costituzionale di attuare dumping salariale, che permetterà di evitare che dei datori di lavoro speculatori aggirino il principio della preferenza indigena».
Sul grande tema dei minimi salariali, il vicepresidente sostiene che per risolvere i problemi dell'impiego per i ticinesi questi non bastano. «A causa della preferenza frontaliera che dilaga in Ticino - si legge - spesso conseguenza del fatto che ci siano lavoratori d'oltreconfine che occupano posti dirigenziale, rischiamo di verificare una maggior pressione di lavoratori lombardi pronti a offrirsi sul nostro mercato del lavoro. La preferenza indigena, invece, fissa dei paletti ben precisi da cui il datore di lavoro non può derogare, nessun datore di lavoro! A loro verrebbe imposto di assumere residenti qualora vi fossero dei profili disponibili per un impiego vacante».
Bühler poi, invita «il giovane sindacalista» a farsi un giro nel settore terziario, «dove la maggior parte degli impieghi creati nell'ultimo decennio sono stati occupati da frontalieri, nel settore del commercio al dettaglio, ad esempio, dove vigono CCL e un CNL la preferenza frontaliera la fa ancora da padrone». Secondo Bühler «questa è una dimostrazione di quanto sia inutile introdurre un salario minimo senza imporre che i primi beneficiari dei posti di lavoro disponibili siano ticinesi».
«Comprendo - conclude Bühler - che per coloro che hanno costruito la loro recente fortuna sul frontalierato, sia difficile appoggiare una proposta simile. Padron comanda, caval trotta! E qui il denaro delle tessere sindacali dei frontalieri pesa di più degli interessi dei ticinesi».