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CANTONEIl Parlamento dice sì ai negozi aperti fino alle 19

23.03.15 - 16:49
Si assisterà a un aumento moderato dell'orario, per i contrari "le aspettative su questa legge sono eccessive"
Il Parlamento dice sì ai negozi aperti fino alle 19
Si assisterà a un aumento moderato dell'orario, per i contrari "le aspettative su questa legge sono eccessive"

BELLINZONA - È giunto finalmente nell'aula del Gran Consiglio, dopo un lungo iter, il messaggio relativo alla Legge sull'apertura dei negozi.

La nuova Legge sull’apertura dei negozi, scrive il Governo delle sue conclusioni, "adegua alle mutate esigenze della società le norme legislative sul commercio al dettaglio, rendendo più chiaro il quadro legale e semplificando le procedure amministrative, senza tuttavia deregolamentare il settore e tenendo in debita considerazione gli interessi di tutte le parti coinvolte (consumatori,
lavoratori e commercianti)".

La legge - Con la legge si prevede l'introduzione dell'orario di apertura, oggi non previsto, alle ore 06.00, e la fissazione dell'orario generale di chiusura alle ore 19.00 (oggi 18:30) dal lunedì al venerdì e alle ore 18.30 (oggi 17.00, nel periodo turistico 18.30) il sabato (art. 8), con l'eccezione di un giorno per settimana, di regola il giovedì, in cui l'apertura è consentita fino alle ore 21.00. La soluzione che è uscita dalla Commissione gestione e finanze è quella di un moderato aumento dell'orario lavorativo "che non vada a scapito dei lavoratori", ha sottolineato il deputato leghista Michele Guerra che ha annunciato pure l'appoggio all'emendamento Guidicelli mirato proprio a proteggere il personale della vendita, con la sottoscrizione di un contratto collettivo di lavoro.

I favorevoli - "Giuridicamente, non è più immaginabile continuare a perpetuare nel tempo il regime delle deroghe sinora in vigore, censurato anche dal Tribunale federale", ha ribadito il Consiglio di Stato. "Una regolamentazione più chiara, semplice e coerente", ha dichiarato la Consigliera di Stato Sadis. Favorevoli PLR, Lega, un'ampia fetta del PPD e UDC. Il settore garantisce lavoro a 12mila addetti a tempo pieno, dei quali il 65% è residente in Ticino. Il gettito fiscale è di varie decine di milioni di franchi. Da più parti si sono levate accuse contro il "marketing sindacale" che avrebbe rallentato l'approvazione della legge. Frecciate che gli esponenti sindacali che siedono in Parlamento hanno respinto al mittente.

I contrari - Il PS ha ribadito che l'apertura manifestata all'inizio del dibattito era vincolata alla salvaguardia del personale, ma così non è stato: "La nuova legge non prevede strumenti di salvaguardia per essi, e nemmeno per i piccoli negozi", ha affermato Pelin Kandemir Bordoli. "La normativa acuirebbe il problemma, accelerando la loro distruzione". Stessa posizione per i Verdi, che hanno sostenuto il rapporto di minoranza: "Le aspettative attorno a questa legge sono eccessive". Semmai le aziende a conduzione famigliare dovrebbero godere di deroghe negli orari, per concedere loro una maggiore elasticità e vantaggi rispetto alla grande distribuzione.

L'ampliamento dell'orario di apertura dei negozi non rilancerà l'economia, afferma il PS: il problema rimane la scarsa disponibilità economica delle famiglie. Per Matteo Pronzini del gruppo MpS-PC "i tempi di lavoro saranno semplicemente dilatati", il tutto a scapito dei lavoratori. Si dovranno riconsiderare anche le conseguenze per la vita sociale, e per "la natura religiosa e sociale della domenica", sottolinea Gianni Guidicelli, voce fuori dal coro per il PPD.

"Si aprono le porte a una serie di peggioramenti per tutti i dipendenti", ha affermato il relatore di minoranza Saverio Lurati (PS). Si assisterà a uno spezzettamento dell'orario lavorativo, a parità di ore: "Qualcuno potrebbe restare a disposizione del datore di lavoro 13 ore, per fare le sue 8 ore". Tutto ciò avrà importanti ripercussioni sulla vita personale dei dipendenti. A partire dalla necessità di usare il mezzo privato di trasporto, dato che in determinati orari non ci saranno autobus o treni. Il referendum, più volte menzionato, sembra alle porte.

Il voto - Il Parlamento ha quindi votato, dopo poco meno di due ore di discussione, a favore del messaggio. I voti sono stati 53 a favore, 21 contrari e 6 astenuti. Alcuni emendamenti sono stati bocciati, altri sono invece passati (quasi sempre di stretta misura, in un senso oppure nell'altro). In particolare l'emendamento Guidicelli è passato con 42 voti a favore, 40 contrari e 3 astensioni. A tratti i toni si sono accesi, e sono da segnalare un paio di battibecchi: in particolare quello tra Sadis e Sergio Savoia.

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