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CANTONEUnificare le autorità di prima istanza LAFE, respinto il messaggio

27.01.15 - 15:48
Unificare le autorità di prima istanza LAFE, respinto il messaggio

BELLINZONA - Il Parlamento ticinese ha discusso il messaggio che propone l'unificazione delle autorità distrettuali di prima istanza competenti a decidere sulla base della legge federale del 16 dicembre 1983 sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero (LAFE) in una sola autorità.

Sono stati presentati due rapporti. Uno di minoranza, relatore il liberale radicale Andrea Giudici, per il quale il sistema attuale funziona a dovere e non dovrebbe essere cambiato (come ha ribadito Roberto Badaracco per il gruppo PLR). Tale posizione viene sostenuta anche dal gruppo del Partito socialista e da quello dei Verdi, che rilevano come con la modifica si andrebbero a perdere - tra le altre cose - sia competenze, sia il criterio di prossimità e di vicinanza con il territorio

Quello di maggioranza, relatore il leghista Angelo Paparelli, appoggia l'unificazione delle Autorità di prima istanza, con il passaggio dalle 8 attuali all'unica del futuro. L'entrata in vigore della modifica viene lasciata a discrezione del Consiglio di Stato.

Le opposizioni "sono un po' romantiche", secondo il Consigliere di Stato Norman Gobbi: "La realtà del Ticino è un'altra". Lo scopo del messaggio è di uniformare l'attività della LAFE sul territorio cantonale, andando a eliminare le discrepanze nella prassi che si riscontrano oggi. Il Consiglio di Stato ha proposto al Parlamento di approvare il messaggio.

L'entrata in materia è stata bocciata di strettissima misura: 36 voti favorevoli, 37 contrari e 5 astenuti. C'è stato un ribaltamento del voto rispetto a quello comparso sugli schermi di Palazzo delle Orsoline: alcuni deputati hanno dichiarato di aver votato diversamente da quello che mostravano i monitor. Il clima si è quindi rapidamente surriscaldato: si sono sentiti epiteti quali "è una buffonata", il presidente Corti ha cercato di far votare ugualmente ma il regolamento parla chiaro: la non entrata in materia corrisponde al respingimento del messaggio.

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