La Legaverde non ha apprezzato l’invio di materiale elettorale nonostante vi fosse ancora un ricorso pendente al Tribunale federale. E accusa il Governo di «superficialità e incompetenza»
BELLINZONA - «Con la decisione del Consiglio di Stato di procedere all’invio del materiale elettorale, nonostante fosse pendente il ricorso Peran presso il Tribunale federale, quella che si palesa all’orizzonte è una calda primavera elettorale fatta di manipolazioni, poca trasparenza e rischio di brogli elettorali». Non usa mezzi termini Stefano Caligari, candidato al Consiglio di Stato nella lista Legaverde e segretario politico.
Lo scorso mercoledì la Cancelleria di Stato ha inviato una comunicazione a tutti i Comuni per invitarli a sospendere immediatamente le operazioni di imbustamento del materiale di voto per le elezioni 7 aprile 2019. Il Tribunale federale ha infatti accolto il ricorso inoltrato da Xenia Peran, in lista per Legaverde, contro lo stralcio della sua candidatura al Consiglio di Stato. Di conseguenza, le schede dovranno essere ristampate e Xenia Peran prenderà il posto di Giorgio Giacomazzi.
Per la Legaverde, però, l’invio del materiale elettorale «crea confusione nell’elettorato e rischi di brogli elettorali». Il Consiglio di Stato è accusato di «lacune e carenze», ma anche di «superficialità e incompetenza». Un parere condiviso da Matteo Pronzini, che in un’interpellanza definisce il modo d’agire del Governo nella questione «poco professionale» e «poco serio».
Legaverde lamenta che il possesso da parte di alcuni cittadini - quelli per cui era già stato spedito il materiale di voto - di due distinte schede elettorali per la lista numero 10 «porterà ad avere nell’urna una scheda non valida». Per questo, il partito «all’atto dello spoglio vigilerà puntualmente affinché sia fatta chiarezza sul numero di schede “farlocche” riscontrate», che dovranno essere «contate separatamente».