Lara, Clarissa e Jessica, vincitrici di "Mini Impresa Ticino", lo dimostrano. Al bando i pregiudizi: non solo gli uomini sono pronti ad assumersi i rischi di un attività in proprio
TREVANO - Lara, 21 anni, adesso è pronta a partire per la Germania: di far l'imprenditrice non è ancora il momento. In realtà, confessa se le chiedi, non le piacerebbe poi così tanto. «Io voglio lavorare con i bambini», dice. Senza uffici, scartoffie, sovraccarico di responsabilità manageriali.
Che (bella) idea: i costumi che non oscillano - Eppure è stata lei, da Novazzano, a vincere il concorso "Mini Impresa Ticino": che a cadenza biennale premia le migliori idee uscite dalle scuole professionali del Cantone. In acqua da quando era bambina e in procinto di riprendere anche il nuoto dopo l'attestato di "sportiva d'élite" a Tenero, Lara Mossi si è lanciata sull'abbigliamento di nicchia: progettando un'azienda con «un solo dipendente e una macchina da cucire» per la realizzazione di costumi adatti sia alla spiaggia sia all'allenamento in piscina. «Personalizzati, non solo interi ma anche bikini, che non oscillino durante l'attività sportiva. In Ticino non c'è nulla del genere: credo sia per questo che la cosa è piaciuta. Ma per me è stato solo un gioco».
Un gioco: ma alla fine ci prendi gusto - Jessica e Clarissa, invece, alla fine ci hanno preso gusto. Votandosi a qualcosa che, sulle prime, di femminile pareva avere davvero ben poco: gli pneumatici. Perché quello che mostra la terza edizione del concorso mirato a sensibilizzare i giovani sulle opportunità del “fare impresa” è che, oramai, gestire un'azienda, assumersi i rischi di un'attività in proprio, non è più solo un affare gli uomini. Al contrario. «Tanti ancora lo pensano – riconosce Lara – ma è un pregiudizio sciocco: non solo loro sanno portare avanti bene un progetto».
Pneumatici ecologici - Non è un caso se al secondo posto si rivedono due volti femminili: quelli di Clarissa Bossalini da Giubiasco e Jessica Villa da Arbedo, 19 e 18 anni rispettivamente, che, complice la professione paterna, hanno concepito la “Pneunica Sagl”. Allieve del centro professionale di Locarno, prossime a uno stage in una compagnia assicurativa l'una e negli uffici di un servizio meteo l'altro, non disdegnerebbero di dedicare il proprio futuro alle auto. «Che, diciamolo, interessano tutti: ragazze comprese». Ecco dunque un progetto per la vendita e lo smaltimento ecologico di pneumatici, grazie a incentivi al cliente sotto forma di rimborsi per ogni gomma consegnata. «Paghiamo ogni pneumatico che non serve più. I costi? Li copriremmo con la promozione di altre aziende locali, cui offrire spazi pubblicitari».
«Così ci sentiamo realizzate» - Non c'era intenzione alcuna, quando insieme sono partite. Adesso, «perché no». Il punto è che «quando abbiamo concluso il lavoro ci siamo sentite realizzate». Un sentimento positivo da trasporre nella vita reale, per due amiche sui banchi che ora non vogliono perdersi. E, se poi andrà così davvero, non sarà certo anomalia. «La cultura del fare impresa non ha connotazione di genere – conferma Fulvio Bottinelli del servizio fondounimpresa.ch, organizzatore del concorso – Anche nella passata edizione le donne si sono fatte notare. E la loro frequenza ai nostri corsi serali o la richiesta dei servizi di consulenza non è irrilevante».
Il "valore aggiunto" femminile - Come la vedono due ragazze che hanno tanta buona volontà ma, sull'argomento, nessun'altra conoscenza se non quella della propria, e limitata, esperienza personale? «La donna è per natura più discreta, dunque considerata meno propensa al rischio – è la voce univoca di Clarissa e Jessica – Ma, proprio per questo, può fare bene. Qualunque impegno prenda, ci riflette di più. Oggi fare impresa sta diventando qualcosa di molto più femminile rispetto al passato. Un'occasione per mettere in luce le qualità femminili: molto diverse da quelle maschili, ma nel senso che insieme si completano».