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CONFINECommercio illegale di plastica, la regia in Svizzera

28.05.14 - 10:55
Fatture false e contrabbando per 50 milioni di euro in Italia
Foto Ti Press
Commercio illegale di plastica, la regia in Svizzera
Fatture false e contrabbando per 50 milioni di euro in Italia

COMO - Un anno di laboriose indagini è stato sufficiente ai finanzieri del Nucleo di Como per scoprire una rilevante frode fiscale, posta in essere da 14 imprese nazionali ed estere, nel settore del commercio all’ingrosso di materiale plastico (granuli di polimero) e denunciare alla locale Autorità Giudiziaria 23 soggetti – tutti di nazionalità italiana – responsabili di reati di natura tributaria, contrabbando aggravato, falso ideologico e associazione per delinquere aggravata dal carattere transazionale della condotta.

L’operazione denominata “POLIMERO”, ha consentito di ricostruire, a partire dal 2010, un meccanismo illecito di una vasta organizzazione delinquenziale ramificata tra la Svizzera, il territorio nazionale e quello comunitario, facente capo ad un soggetto di origini campane, tuttora latitante. Secondo la ricostruzione la “regia” della frode fiscale veniva attuata da una holding elvetica del latitante, fiscalmente rappresentata in Italia da un commercialista comasco. A questa società principale erano collegate altre società’ “conduit company” con sede in Svizzera e nel territorio dell’Unione Europea, che hanno introdotto in Italia, attraverso falsi documenti in dogana, migliaia di tonnellate di materia prima. Quest’ultima veniva veicolata, solo “cartolarmente”, su società “cartiere” e “filtro”, opportunamente predisposte e funzionali al sistema di frode, operanti in territorio comasco e da queste su ulteriori società “broker” nazionali gestite dai medesimi promotori della frode.

 

Il meccanismo fraudolento, per effetto dell’IVA non versata a monte, ha consentito ad una vasta platea di imprese nazionali destinatarie finali di effettuare acquisti a valori sensibilmente inferiori a quelli di mercato sviluppando così una politica commerciale a prezzi lesivi della leale concorrenza di mercato, nonché di realizzare ingentissimi profitti.

 

Le condotte fraudolente riguardanti le fatture false, l’introduzione in contrabbando della materia prima, nonché l’inottemperanza degli obblighi dichiarativi da parte delle società “cartiere”, hanno permesso di evidenziare un danno quantificabile in oltre 50 milioni di euro.

 

Al momento le indagini hanno permesso di ricostruire l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 170 milioni di euro, l’evasione di 62 milioni di euro di ricavi non dichiarati dalle società cartiere, di 7 milioni di euro di IVA, e di 650 mila euro di diritti doganali.

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