Cerca e trova immobili

LUGANO"Il pericolo di recidiva c'è"

06.08.13 - 12:07
Processo Bomio, la parola al perito, la dottoressa Alessandra Canuti
Foto Ti Press
"Il pericolo di recidiva c'è"
Processo Bomio, la parola al perito, la dottoressa Alessandra Canuti

LUGANO - Dopo un breve interrogatorio del giudice all'imputato Bomio, ad entrare in aula è Alessandra Canuto, dottoressa del Dipartimento di salute mentale e psichiatria del Canton Ginevra, che ha prodotto la perizia, secondo cui Bomio soffrirebbe di una turba psichica che non limiterebbe tuttavia la capacità di agire né di valutare il carattere illecito degli atti.

Il giudice Marco Villa si è rivolto alla dottoressa chiedendole quando potrebbe presentarsi un rischio di recidiva in Bomio. "Durante la perizia sono stati messi in evidenza delle relazioni particolari con i giovani con i quali aveva a che fare e di cui doveva occuparsi a livello pedagogico e di allenatore. La relazione che aveva intrapreso poteva riprodursi in altre occasioni, in cui lui ricopriva un ruolo di autorità e il giovane era in una situazione di cosiddetta "dipendenza". Come per esempio nel quadro di una situazione di ripetizioni scolastiche o anche nel caso di una relazione di amicizia sempre se basata su una relazione di dipendenza". Il rischio di recidiva in Bomio, secondo il perito, c'è e la sua turba psichica non sarebbe da mettere in relazione con gli eventuali crimini da lui commessi. "Al momento della perizia, ma anche ora, ritengo molto probabile che l'imputato sia portatore di un disturbo narcisistico di personalità".

 

La dottoressa specifica che Bomio le è sembrato più consapevole, ma non necessariamente pentito.

 

Le domande del procuratore pubblico - Il procuratore pubblico Amos Pagnamenta ha voluto sapere dalla dottoressa se con l'avanzare dell'età potrebbe esserci un rischio minore di recidiva. "L'età è uno dei parametri presi in considerazione a sfavore di una recidiva. Ma non c'è un'unanimità di consenso. Ci sono altri parametri per determinare i rischi di recidiva e la letteratura in questo senso è chiara: il fatto di avere avuto delle vittime maschi, il fatto di non avere mai vissuto in un regime maritale o concubinato in modo duraturo con qualcuno indipendentemente che sia di sesso maschile o femminile, il fatto che ci sia stata un certo numero di vittime che esclude l'occasionalità. L'età può complicare l'attività sessuale, ma nel caso di Bomio ci possono essere atteggiamenti di carattere abusivo nei confronti dei minori indipendentemente dall'erettività".

 

Tra le domande interessanti del procuratore, quella relativa al motivo per cui le vittime non cessano di avere contatti con chi abusa. La dottoressa ha specificato che molto di questa situazione dipende dalla relazione. "Come per esempio fare parte di un gruppo, di un'equipe. Da considerare poi la vergogna. Raramente gli abusi sono dichiarati in modo rapido da parte dei ragazzi. Non è infrequente che gli abusi continuino proprio perché le vittime non riescono a difendersi".

 

Canuti- Calanchini - Sull'anamnesi e sull'esame psichiatrico, la dottoressa Canuti non ritiene che vi siano particolari osservazioni da fare sulla perizia del dottor Calanchini tranne per alcuni dettagli. "Non c'è diagnosi di parafilie nel signor Bomio, come è stato scritto nella perizia di Calanchini" ha spiegato la dottoressa. Il concetto di parafilia è amare qualcosa di strano o bizzarro. Se l'oggetto sono dei bambini si parla di pedofilia. Nella parafilia si includono il sadismo o il masochismo per esempio. "Avere dei comportamenti non normali non vuol dire essere titolare di una patologia psichiatrica", ha affermato la dottoressa Canuti. I due oggetti secondo Canuti devono essere dissociati. "Da un punto di vista della diagnosi si esclude la pedofilia in quanto l'oggetto dell'attenzione di Bomio erano ragazzi in una seconda fase di sviluppo, dai 14 anni in su", ha spiegato la dottoressa. Secondo cui, nell'ambito delle parafilie, il fatto di avere un interesse sessuale per gli adolescenti non costituisce patologia psichiatrica.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE