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LUGANOPolizia all'ex Vanoni, sgomberato l'ex Macello

29.05.21 - 21:50
Dopo la manifestazione pacifica l'occupazione dello stabile in disuso. Quindi l'intervento di diversi agenti
Rescue Media
Polizia all'ex Vanoni, sgomberato l'ex Macello
Dopo la manifestazione pacifica l'occupazione dello stabile in disuso. Quindi l'intervento di diversi agenti
Il PS: «Clima politico surreale che misconosce le realtà culturali alternative e calpesta il principio della proporzionalità delle azioni in questo ambito»

LUGANO - La manifestazione in Piazza Riforma, oggi, è stata pacifica. I molinari però, dopo il corteo dimostrativo, hanno imboccato Via Simen, quindi hanno occupato lo stabile dell'ex istituto Vanoni.

«Solo un'azione dimostrativa», è la spiegazione data da uno dei dimostranti alla Rsi. Nel frattempo la situazione è andata scaldandosi. Fuori dall'istituto sono intervenuti alcuni furgoncini della Polizia. 

Diversi gli agenti in tenuta antisommossa che hanno isolato l'area bloccando la strada. Accanto alla polizia ticinese anche alcuni colleghi provenienti dal canton Vaud.

Contemporaneamente la Polizia è «intervenuta» pure al Macello. Un vero e proprio blitz che si è concluso con lo sgombero dello stabile.

Scarse possibilità di dialogo - «Avevamo dichiarato che non avremmo tollerato disordini. La manifestazione è finita con l'occupazione di una proprietà privata», ha spiegato Karin Valenzano Rossi, responsabile del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano. «Avevamo anche identificato una eventuale altra collocazione di cui volevamo discutere con loro», conclude quindi aggiungendo che, a questo punto, sono scarse le possibilità di dialogo.

«Clima politico surreale» - «Siamo in un clima politico surreale che misconosce le realtà culturali alternative e calpesta il principio della proporzionalità delle azioni in questo ambito, al contrario di quanto avviene nelle città svizzere», è il commento del PS che si schiera contro gli sgomberi dell'ex Macello e dell'ex Vanini.

I socialisti auspicano che a Lugano si riapra piuttosto una fase di dialogo con le realtà autogestite «grazie all'intervento di una mediazione del Governo cantonale».

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