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CANTONEL'ex funzionario DSS torna alla sbarra

28.01.21 - 06:00
Si apre oggi il processo in Appello. Ma stavolta si trattano soltanto i fatti relativi a una delle tre vittime
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L'ex funzionario DSS torna alla sbarra
Si apre oggi il processo in Appello. Ma stavolta si trattano soltanto i fatti relativi a una delle tre vittime
La condanna di primo grado? Una pena pecuniaria sospesa di 7'200 franchi

LOCARNO - Era il 29 gennaio del 2019 quando è stato condannato a una pena pecuniaria sospesa di 7'200 franchi per coazione sessuale. Si tratta dell'ex funzionario del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), che in seno all'amministrazione cantonale era esperto di politiche giovanili, comparso davanti a una Corte delle Criminali per abusi sessuali e violenza carnale nei confronti di tre giovani ragazze maggiorenni. Allora il giudice lo aveva riconosciuto colpevole soltanto per uno degli episodi di cui era accusato.

Oggi - a due anni di distanza - l'ex funzionario ora sessantunenne torna in aula per un processo bis davanti alla Corte di appello e di revisione penale presieduta da Giovanna Roggero-Will. Ma stavolta unicamente per i fatti che riguardano una sola delle tre vittime. Come è stato reso noto negli scorsi giorni, per gli episodi relativi alle altre due giovani, l'imputato è infatti stato definitivamente prosciolto (in un caso non era stato fatto appello, nell'altro il ricorso è stato di recente ritirato).

La condanna di primo grado - Durante il processo di primo grado, l'ex funzionario - difeso dall'avvocato Niccolò Giovanettina - aveva negato ogni addebito. E aveva affermato di aver avuto una relazione d'amore di sei mesi con una delle vittime. Ma la Corte non ci aveva creduto, parlando di «esperienze sessuali caratterizzate da passività e accettazione». Nel caso confermato in primo grado, l'uomo aveva infatti costretto la ragazza a un rapporto orale, minacciando di togliersi la vita.

Per quanto riguarda le altre due vittime (di cui oggi non si tratterà), la Corte delle Assise criminali aveva rilevato che nei loro racconti non vi erano sufficienti elementi per una condanna.

All'epoca la procuratrice pubblica Chiara Borelli aveva chiesto una pena detentiva di quattro anni, facendo leva in particolare sulla pressione psichica che l'imputato aveva esercitato sulle vittime per spingerle a subire gli atti sessuali. Il difensore aveva invece insistito sulle incongruenze rilevate nelle testimonianze delle vittime, chiedendo l'assoluzione.

La CPI bocciata - Lo scorso 24 settembre il Gran Consiglio ticinese aveva inoltre bocciato l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta volta a fare luce sul caso dell'ex funzionario del DSS. Sono 38 i deputati che si erano detti contrari alla richiesta.

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