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CANTONE / AUSTRALIA«È come se mezzo Ticino fosse in fiamme»

07.01.20 - 18:42
Dall’Australia una famiglia ticinese in viaggio, a bordo di un camper: «Abbiamo assistito a uno scenario apocalittico. Il cielo nero di fumo come se fosse notte»
lettore tio/20minuti
«È come se mezzo Ticino fosse in fiamme»
Dall’Australia una famiglia ticinese in viaggio, a bordo di un camper: «Abbiamo assistito a uno scenario apocalittico. Il cielo nero di fumo come se fosse notte»

LUGANO - Doveva essere un viaggio in un paradiso naturale, ma si sta rivelando più un'esperienza... infernale. Dodici mesi in giro per la terra dei canguri. Questa l'idea della famiglia ticinese che da agosto, con tanto di bimbi al seguito (uno di 5 e uno di 2 anni), si trova in Australia. 

La partenza in camper - Il gruppetto ha iniziato l'avventura da Sydney, a bordo di un camper fuoristrada. «Quello che amiamo dell'Australia è il fatto di poter essere a contatto con la natura e campeggiare in luoghi remoti, su spiagge incontaminate e deserte, laghi, fiumi e parchi nazionali - spiegano Chanty e Phil -. Per cominciare abbiamo raggiunto l'estremo nord, dopodiché un mese fa abbiamo iniziato a scendere verso Brisbane».

L’incontro con l’incendio - Da qui inizia la travagliata fuga da incendi e fumo. «Eravamo in una valle fuori dai centri abitati. Avevamo campeggiato vicino al fiume per poterci rinfrescare. D'altra parte c'erano 46 gradi... A un certo punto notiamo a qualche chilometro di distanza, proveniente dalla foresta, un fumo nero alto come un grattacielo. Si ingrandiva di minuto in minuto. Iniziamo a preoccuparci, parliamo con la gente del posto e ci rassicurano spiegandoci che ci sono incendi da settimane», racconta la coppia ticinese.

La fuga - Lo step successivo è quello di pensare alla propria sicurezza. «Installiamo un’app per vedere gli incendi nelle vicinanze, le allerte ed eventuali evacuazioni. La zona in cui ci trovavamo sembra sotto controllo e per questo abbiamo deciso di accamparci». La mattina seguente, però, il risveglio è “fumoso”. «Ci ha svegliato la puzza di fumo. All’esterno non si vedeva a più di 10 metri di distanza. Decidiamo di allontanarci da lì».

Da quell’episodio la famiglia in viaggio non riesce a fermarsi per più di due/tre giorni in un luogo: «I fuochi sono sparsi e non appena c'è una giornata di vento la situazione peggiora. È come se mezzo Ticino fosse in fiamme».

Vivere sulla propria pelle quest'esperienza?  «È stato terribile - sottolineano marito e moglie -. Siamo consapevoli della tossicità dell’aria i cui valori, in certe zone, sono altissimi. Per questo la nostra missione è stata quella di raggiungere le zone lontane dai roghi dove si potesse respirare aria pulita».

Uno «scenario apocalittico» - Una missione non impossibile vista l’ampiezza del territorio australiano. Poi, settimana scorsa, l’ennesimo shock: «A capodanno ci trovavamo al Kosciuszko National Park, nell'angolo sud-orientale del Nuovo Galles del Sud. Non avevamo Internet per controllare la situazione e sono venuti i rangers ad avvisarci che stavano per chiudere in via preventiva. Insieme a tanti altri australiani in vacanza ci siamo diretti verso la cittadina più vicina, a 140 chilometri di distanza». Poco dopo, uno spettacolo apocalittico: «Il cielo diventava sempre più grigio, poi tutto nero. Sembrava notte, ma erano solo le due del pomeriggio. Era un paesaggio surreale». 

Dopo un’ora e mezza il gruppo raggiunge Cooma: «Ma anche qui arriva il fumo… E mai come in quel momento. Non si vedeva a tre metri di distanza. Sembrava di essere nella nebbia ma era tutto fumo! Una sensazione indescrivibile». 

L’ennesima fuga - La famiglia si rimette in viaggio. «Dopo tre ore il fumo c’era ancora. La qualità dell'aria peggiorava, ma eravamo stanchi oltre che spaventati, quindi ci arrendiamo e decidiamo, grazie all'aria condizionata, di dormire sulla strada». 

Ma l’Australia continua a bruciare ed ecco che, ennesimo parco, ennesima fuga: «Ancora una volta i ranger ci invitano ad andarcene. La mappa virtuale dei fuochi ci getta nella più completa disperazione. È tutto “rosso” da Sydney a Melbourne e oltre. Mezza Australia brucia e sembra che non ci sia nulla che l’uomo possa fare. Siamo esausti e stufi di fuggire. Il cercare posti senza incendi è un continuo lavoro che ci sta logorando: non ne possiamo più». 

Un barlume di speranza sta nella partenza, prevista per domenica: ««Abbiamo il traghetto per la Tasmania, speriamo sia la nostra salvezza».

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