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KOSOVO / CANTONE«Che dramma, quanto dolore tra gli sfollati albanesi»

28.11.19 - 14:30
Un giovane residente in Ticino si trova attualmente a Pejë per lavoro. E racconta la disperazione dipinta sul volto di chi è scappato dal recente terremoto con epicentro a Durazzo
foto lettore tio/20minuti
Un centro di raccolta merci per gli sfollati.
Un centro di raccolta merci per gli sfollati.
«Che dramma, quanto dolore tra gli sfollati albanesi»
Un giovane residente in Ticino si trova attualmente a Pejë per lavoro. E racconta la disperazione dipinta sul volto di chi è scappato dal recente terremoto con epicentro a Durazzo

PEJE / LUGANO – «Qui c’è gente disperata. La situazione è davvero drammatica». Sono momenti di grande emotività quelli vissuti da un 30enne residente nel Luganese, attualmente in Kosovo per lavoro. A Pejë, località situata nella zona occidentale del Paese, stanno arrivando tantissimi sfollati dall’Albania. Gente che non ha più nulla dopo il tremendo terremoto di martedì.

Un episodio devastante – Epicentro a Durazzo, magnitudo 6,5, decine di morti, centinaia di feriti. «La popolazione kosovara sta facendo di tutto per accogliere queste persone», racconta il nostro interlocutore.

Una gara di solidarietà – Dalle immagini inviate a Tio/20minuti si nota come siano stati organizzati dei veri e propri centri di raccolta per vestiti, coperte, commestibili. «Tutto quanto può servire alle vittime del terremoto. Posso dire che i kosovari sono davvero preoccupati e in pena per l’Albania. Stanno partendo vari bus dal Kosovo per andare a prendere gli albanesi che sono rimasti senza un tetto».

Grande intraprendenza – Il 30enne del Luganese resterà ancora alcuni giorni nella nazione balcanica. E ne loda la grande intraprendenza. «Nessuno è indifferente. Sia lo Stato, sia i privati si stanno rimboccando le maniche per fare in modo che queste povere persone abbiano un alloggio e cibo per le prossime settimane. È una vera emergenza».

Tutti vogliono fare la loro parte – Tra gli sfollati, ci sono donne, anziani, bambini piccoli. Soffrono per quello che hanno appena vissuto. «È terribile. Però c’è anche qualcosa di bello in tutto questa vicenda angosciante. I kosovari sono generosi, quando vedono qualcuno in difficoltà non stanno con le mani in mano. Qui vedi movimento dalla mattina alla sera, tutti vogliono fare la loro parte».

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