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LOCARNOLettere anonime a Dadò: «È la 150esima. Un'ossessione»

22.11.19 - 16:40
Da anni uno stalker l'avrebbe preso di mira. «Invito questa persona a dedicare il suo tempo ad altro e a sé stesso. Probabilmente ne ha bisogno»
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Lettere anonime a Dadò: «È la 150esima. Un'ossessione»
Da anni uno stalker l'avrebbe preso di mira. «Invito questa persona a dedicare il suo tempo ad altro e a sé stesso. Probabilmente ne ha bisogno»

LOCARNO - Ben 150 lettere. Anonime. Il contenuto? «Minacce e pensieri sconnessi rivolti a me, ma anche alla mia famiglia». È con un post su Facebook che Fiorenzo Dadò ha voluto, in qualche modo, togliersi un sassolino dalla scarpa, o meglio un peso. Lo ha fatto con un'immagine che è anche un gesto simbolico: quello di cestinare l'ennesima missiva.

«Oggi le mie segretarie mi consegnano la centocinquantesima lettera anonima da quando faccio politica - scrive il presidente del PPD sul social network -. Una consuetudine. Che mi accompagna da tempo», aggiunge.

Quindi cerca di buttarla nello scherzo, con un pizzico di amara ironia: «In questo spazio così corto che è la nostra vita, quanto angoscioso ossessivo pensiero dedicato a me, e quanto prezioso respiro, quanto irripetibile tempo oramai andato per il proprietario del mental disorder. Mi scuso per la mia profonda ingratitudine, per non saper apprezzare tutta questa immensità vitale. Mi cospargo il capo di cenere per tanta generosità e gioiosa attenzione finita con sistematica costanza (naturalmente chiusa) direttamente nel piccolo e umile cestino».

Chi sarà mai lo stalker? «In questi anni di queste lettere ne ho ricevute una valanga - ci conferma al telefono -. Negli ultimi due si sono intensificate. Ormai non le apro neanche più». Dadò spiega di avere indizi circa la fonte, ma di avere intenzionalmente scelto di lasciar correre: «Da quanto sono riuscito a capire, trattasi di una persona evidentemente disturbata. Ho creduto opportuno evitare di infierire».

In qualche modo, tuttavia, il post ha voluto un po' significare che la botte è quasi piena: «È ora che questa persona si occupi di altro», aggiunge. «In caso contrario mi vedrò costretto a rivolgermi ai servizi sociali».

Di fatto Dadò non sembra avere intenti belligeranti, almeno per il momento: «Alla fine non ho ben capito cosa voglia da me questa persona. Le lettere? Non sono in grado di decifrarle fino in fondo. Bisognerebbe domandare a uno psichiatra».

Il suo è anche un appello: «Abbiamo tutti famiglia e vogliamo stare tranquilli. Per il momento mi limito a mandarle a Giubiasco (all'inceneritore n.d.r.). Invito questa persona a dedicare il suo tempo ad altro e a sé stesso. Probabilmente ne ha bisogno».

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