Il sempre più consistente calo degli introiti pubblicitari televisivi porta al taglio, a livello nazionale, di 50 milioni. Canetta: «Potranno esserci dei licenziamenti»
LUGANO - Nel 2020 i costi a livello nazionale andranno ridotti di 50 milioni di franchi. La SSR ha annunciato di dover procedere ad altri risparmi. La ragione? Il sempre più consistente calo degli introiti pubblicitari televisivi.
In queste circostanze non sono esclusi tagli al personale, anche in Rsi. Il piano nazionale si traduce, per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, in una riduzione delle risorse di 8 milioni.
«In una simile contingenza finanziaria è impensabile non dover intervenire anche sui costi del personale», ha ammesso il direttore Maurizio Canetta.
L'azienda, in ogni caso, intende ammortizzare il colpo non sostituendo il personale che andrà in pensione, ma «potranno esserci dei licenziamenti e si interverrà anche sull'offerta», conclude Canetta.
Le reazioni:
L'ATG: «Siamo preoccupati» - L’Associazione Ticinese dei Giornalisti si dice «preoccupata» per gli annunciati tagli causati del calo degli introiti pubblicitari. «Invitiamo la direzione della SSR - scrive l'associazione in una nota - a tenere in massima considerazione il valore del proprio personale, per limitare il più possibile il ricorso ai licenziamenti annunciati, anche perché ci sarà sempre e comunque bisogno di personale giornalistico e tecnico per continuare ad affrontare – si spera con successo – la cosiddetta “rivoluzione digitale”, fenomeno con cui sono confrontati ormai tutti i media».
Preoccupa soprattutto il fatto che gli introiti pubblicitari finiscano sempre più spesso nelle tasche di Facebook, Google o di altri colossi della rete. «Quanto annunciato oggi - precisa l'ATG - dovrebbe far capire che nel nostro Paese è in corso una sorta di “sottrazione silenziosa” degli introiti pubblicitari, che finiscono sempre più spesso all’estero, a rimpinguare i già floridi conti dei colossi della Rete. Se di questo soffre anche la SSR, figuriamoci quanto ne possano risentire gli altri attori mediatici svizzeri, più piccoli e fragili».
Per questo motivo l’ATG ritiene «più che mai urgente» che anche il mondo politico si renda conto di questa situazione: «La stampa scritta e i siti di informazione online hanno bisogno di essere sostenuti, di recente il Consiglio federale ha varato proprio delle misure in questo senso, seppur di portata non ancora soddisfacente. Altri atti parlamentari in materia sono al vaglio della Camere federali».
L'MPS: «Difendiamo il servizio pubblico» - Per l'MPS la decisione della SSR è semplicemente inaccettabile. «È inaccettabile che delle persone perdano il proprio posto di lavoro; perché è inaccettabile che il servizio pubblico licenzi; perché è inaccettabile
la logica mercantile e aziendalista alla base di queste decisioni». Il Movimento precisa che questo è un ulteriore colpo duro per il Ticino. «È ora di reagire. È ora che il personale prenda l’iniziativa di azioni di contestazione di questa logica, superando l’immobilismo sindacale che ha caratterizzato gli ultimi anni. Spetta a loro, ai lavoratori e alla lavoratrici della RSI, decidere come opporsi a questa nuova mazzata. «Da parte nostra - conclude l'MPS - avranno piena solidarietà».