Gli imputati sono due italiani, oggi domiciliati nei Grigioni, titolari di una ditta di costruzioni del Bellinzonese
BELLINZONA - Nel dicembre del 2017 erano scattate le manette per due italiani, all'epoca residenti nel Luganese. L'accusa? Inganno nei confronti delle autorità e di usura nei confronti di 18 operai dipendenti di una ditta di costruzioni con sede nel Bellinzonese. A distanza di quasi un anno e mezzo gli accertamenti penali sono giunti a conclusione.
Il Procuratore pubblico Moreno Capella ha ora rinviato a giudizio i due dinanzi a una Corte delle assise Correzionali. I fatti oggetto del procedimento vanno dal giugno 2015 al dicembre 2017 e riguardano un indebito vantaggio pecuniario pari a circa 217'000 franchi.
L'ipotesi di reato a carico degli imputati - un 42enne cittadino italiano e una 50enne cittadina italiana entrambi domiciliati nel Canton Grigioni e dirigenti della società edile (che erano stati scarcerati dopo aver scontato un mese di detenzione preventiva) - è quella di usura qualificata, siccome commessa per mestiere.