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CANTONEIncidente nel San Gottardo: «Io salvo per miracolo, ma tremo ancora»

24.04.19 - 19:23
Il racconto di Joselito Centorame, scampato a un frontale con un camion nel 2015: «Ha cambiato la mia vita. Fatti come questi incidono sull’esistenza di intere famiglie»
Incidente nel San Gottardo: «Io salvo per miracolo, ma tremo ancora»
Il racconto di Joselito Centorame, scampato a un frontale con un camion nel 2015: «Ha cambiato la mia vita. Fatti come questi incidono sull’esistenza di intere famiglie»

LUGANO - «Quando ho sentito alla radio quello che è successo nel Gottardo ho iniziato a tremare». Sono passati quasi 4 anni e mezzo eppure Joselito Centorame non ha ancora dimenticato. Il 12 gennaio del 2015, in auto con altri tre colleghi di lavoro nello stesso tunnel, è sopravvissuto per miracolo a un frontale con un camion. Cinque i feriti in quell'occasione.

«Invase la nostra corsia. Dopo lo scontro il camionista, ancora sotto shock, percorse altri 6 chilometri prima di fermarsi». Nell’auto, invece, il 47enne di Torre si ritrovava con il femore frantumato, la lesione di due costole e contusioni varie. 

«Quanto successo mi ha cambiato la vita. Ho subito diversi interventi e non potendo rientrare subito sul lavoro, due anni dopo sono stato licenziato. Avevo 25 anni di attività alle spalle. La legge d’altra parte lo permette. A quel punto ho dovuti reinventarmi», racconta.

Oggi Joselito lavora al 50% grazie a un amico ed è aiutato dalla disoccupazione. «Ma si fa fatica. E a questa età sei già vecchio. Non voglio certo piangermi addosso, sono fortunato ad avere l’appoggio della mia famiglia, ma quel che non si capisce è che fatti come questi vanno a stravolgere delle esistenze. Persino la vita di intere famiglie».

«Oggi soffro di artrosi alla gamba sinistra e ho problemi alle ginocchia», aggiunge. Oltre ai problemi fisici poi ci sono quelli psicologici: «È un impatto non indifferente. Ancora adesso, se vedo un incidente in televisione inizio a tremare. E l’ansia resta, sempre. In quel momento invece pensavo solo alla mia famiglia. Ho creduto che non l’avrei più rivista».

Quello di Joselito è anche un appello. Come quello di tantissimi lettori che hanno scritto dopo l’ennesima tragedia in quella galleria che molti hanno definito una «trappola mortale». Tra questi anche il 47enne: «Quanto ancora dobbiamo aspettare per questa seconda canna? Qui non è più una questione di aumentare o meno il traffico su strada, ma di capire che se succede qualcosa in quella galleria, evitare il peggio è praticamente impossibile».

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