Cerca e trova immobili

CANTONE / ITALIAAnche un broker ticinese dietro al traffico di rifiuti illegali

01.03.19 - 19:16
Nella maxi inchiesta che ha portato a 15 arresti in Italia viene fatto anche il nome di un "faccendiere" domiciliato a San Pietro
Keystone (archivio)
Anche un broker ticinese dietro al traffico di rifiuti illegali
Nella maxi inchiesta che ha portato a 15 arresti in Italia viene fatto anche il nome di un "faccendiere" domiciliato a San Pietro

LUGANO - C'è il nome di un broker ticinese dietro un grande traffico di rifiuti illegali conclusosi martedì con 15 arresti in Italia.

Nell'indagine, denominata "Venenum", viene fatto il nome di un faccendiere residente in Ticino. Che non ha un ruolo marginale all'interno della banda della spazzatura. È stato proprio lui infatti - come riporta il Corriere della Sera - a «introdurre» Aldo Bosina, pregiudicato 55enne del Novarese, al grande traffico della "monnezza".

Davanti agli investigatori, il 55enne ricostruisce gli inizi della sua carriera. E fa il nome del ticinese: «Per trovare i rifiuti mi sono rivolto a un broker, M. M., domiciliato a San Pietro in Canton Ticino, Svizzera. Il primo marzo ho sottoscritto con lui un contratto di procacciamento d’affari. Gli ho dato duemila euro in contanti». 

Era il broker, secondo l'accordo, a dover cercare i canali con le aziende «intermedie» di raccolta rifiuti e a porre le basi per un rapporto contrattuale. Il tutto a prezzi concorrenziali: da 130 a 170 euro a tonnellata. Prezzi decisamente fuori mercato. 

«Il mio progetto - racconta il 55enne - era, ed è, quello di costruire un termovalorizzatore in Bosnia e uno in Bulgaria e vorrei farlo tramite questa società svizzera (l’immobiliare “Priscilla”, sempre riconducibile sua famiglia). Avevo dei preventivi, i rapporti con i costruttori e un finanziatore di cui mi riservo di dire il nome».

Un business, quello della spazzatura «accumula e brucia», nel quale ci si sarebbe infilato a un certo punto anche un uomo della 'ndrangheta. E che sarebbe culminato con l'incendio, quello dell'ottobre 2018 al capannone/deposito rifiuti a Quarto Oggiaro, dal quale è poi partita l'inchiesta conclusasi con i 15 arresti.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE