Gli inquilini dovranno trovare una nuova sistemazione
BELLINZONA - Il "palazzo della vergogna". Così è stato soprannominato lo stabile in via Maderno 3 a Bellinzona, nel quale gli inquilini sono confrontati con una situazione di degrato estremo.
La situazione è talmente critica da avere spinto il Municipio di Bellinzona a decretare l'inabitabilità totale della palazzina. Ciò - riferisce lo stesso esecutivo - è avvenuto durante la seduta del 6 febbraio.
Situazione di disagio - La decisione fa seguito a una serie di interventi su più mesi da parte di diversi servizi dell’amministrazione comunale, chiamati, nell’ordine, a risolvere situazioni di disagio sociale, nel frattempo aiutate con successo a trovare altre sistemazioni (nello stabile non vi sono più inquilini che beneficiano di aiuti sociali statali o che hanno diritto a riceverne), a determinare – due anni fa – l’inabitabilità di alcuni appartamenti non più a norma, a decretare – oltre un anno fa – il divieto di domiciliare nuovi inquilini nello stabile, a imporre il divieto d’uso a seguito dell’intervento da parte della Polizia comunale per esercizio abusivo della prostituzione e a seguire, con l’AMB, una procedura federale relativa allo stato dell’impianto elettrico, nel frattempo risolta.
Pochi correttivi che non hanno risolto la situazione - La proprietà – un professionista con domicilio a Lucerna - più volte stimolata a trovare, di concerto con i servizi comunali, una soluzione alla situazione indecorosa, è intervenuta con piccoli correttivi senza però mai risolvere le problematiche più gravi, scaturenti anche da lacune nell’amministrazione dello stabile spesso assente.
L'ennesimo sopralluogo - Settimana scorsa, il Municipio – alla luce di quanto sopra e previo nuovo sopralluogo esperito dai propri servizi nei giorni precedenti – ha quindi decretato l’inabitabilità dell’intero stabile, lasciando un congruo termine agli ultimi inquilini che risultano ufficialmente domiciliati all’interno (in uno dei 12 appartamenti).
Si tratta di inquilini per i quali il Comune pure si era fatto parte attiva nella ricerca di una diversa sistemazione, ma che più volte hanno rifiutato l’aiuto dell’amministrazione comunale, verosimilmente perché il tipo di permesso di cui erano al beneficio, e che risulterebbe già da un certo tempo scaduto e non rinnovato, non permetteva l’accesso ad aiuti sociali statali.
Il Municipio continuerà a seguire l’evolversi della situazione, «peraltro unica nella nostra Città», sottolinea, nei limiti di quanto il diritto amministrativo permette di fare e «con l’auspicio che proprietario e amministrazione pongano finalmente mano in base alle proprie competenze di diritto privato a una situazione del tutto indecorosa».