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CANTONEQuando il pericolo si nasconde in casa: bimbi intossicati

22.10.18 - 12:26
È stato presentato a Bellinzona il primo studio svizzero sui casi di ingestione di prodotti chimici, 94 negli ultimi anni
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Quando il pericolo si nasconde in casa: bimbi intossicati
È stato presentato a Bellinzona il primo studio svizzero sui casi di ingestione di prodotti chimici, 94 negli ultimi anni

BELLINZONA - C'è il bambino che beve l'acetone, altri che bevono prodotti per la pulizia della casa. C'è chi ingerisce cosmetici e prodotti per il corpo. Comuni sostanze reperibili nelle nostre case sono tra i principali pericoli per i bambini. E tra il 2013 e il 2016 in Ticino sono state registrate 94 intossicazioni per l'ingestione di questi prodotti.

È quanto emerge da uno studio sul fenomeno condotto nelle strutture dell’Ente ospedaliero cantonale. Si tratta di una prima svizzera. «Dai risultati emerge che il fenomeno è piuttosto raro, quindi si può parlare di una prevenzione efficace» ha assicurato il dottor Alessandro Ceschi, direttore medico e scientifico dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana. Novantaquattro casi rappresentano infatti lo 0,8% delle consultazioni.

Le vittime di intossicazioni da prodotti chimici sono soprattutto bambini sotto i cinque anni. Un dato, questo, che secondo gli esperti comunque non sorprende: sono proprio loro che hanno la tendenza a mettere in bocca oggetti e sostanze, anche sconosciute. «È quindi fondamentale che i genitori tengano al sicuro i prodotti pericolosi» ha ricordato Ceschi.

Dei 94 casi in questione, la maggior parte era senza sintomi o comunque con sintomi lievi (gastrointestinali o respiratori). Per tre soggetti in età pediatrica, ma comunque già ragazzi, la situazione era invece più grave: in tutti e tre i casi si trattava di ingestione suicidale di candeggina. «Per questi episodi- ha spiegato Giacomo Simonetti, primario di pediatria e direttore medico dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana - si è resa necessaria anche la presa a carico psicologica». La situazione più grave riguardava invece un bambino che si era rovesciato addosso o aveva bevuto del solvente per unghie. Ma non si registrano decessi.

Si rileva, lo ha detto Simonetti, che per la quasi totalità dei casi (86 su 94) è stato contattato il servizio Tox Info Suisse. «Attualmente a livello nazionale arrivano sedici chiamate al giorno, è un numero enorme» ha detto Roland Charrière, direttore supplente dell’Ufficio federale della sanità pubblica, parlando poi dei vari stadi della prevenzione in base alla fascia d’età. Per i bambini più piccoli, che ancora non leggono, ora anche in Ticino è disponibile un libro illustrato intitolato “Un posto davvero pericoloso - Attenti ai veleni!”.

Non si agisce comunque soltanto sulla sensibilizzazione, ma anche direttamente sui produttori. «Per esempio richiedendo l’adozione di valvole di sicurezza» ha spiegato ancora Charrière. «È importante monitorare l’industria e contemporaneamente sensibilizzare la popolazione e le famiglie, rendendo attenti sui pericoli che ci sono in casa» ha concluso Simonetti.

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