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Nuovi grattacapi per il fast food del "pollo fritto". L'avvocato dell'azienda: «Prendiamo le distanze da una vicenda privata. E attendiamo la fine dell'inchiesta»
MENDRISIO – Da due settimane non si presentava al lavoro. Nessuno sospettava che dietro all'improvvisa assenza del gerente del Kentucky Fried Chicken (KFC) di Mendrisio potesse addirittura esserci un arresto. L'uomo, di origini africane, è accusato di essere implicato in un presunto traffico di cocaina. La notizia era stata anticipata da Tio/20 Minuti nella giornata di venerdì. Ora arriva la conferma. E l'azienda del "pollo fritto", per bocca del suo legale, Enea Petrini, prende posizione. «Ci distanziamo da questa situazione. Si tratta di una questione a carattere privato, che non ha nulla a che vedere con l'impresa da me rappresentata».
Nell'occhio del ciclone – Nuovi guai per il KFC di Mendrisio, di recente finito nella bufera per una serie di tagli tra i dipendenti. Stavolta, la questione ha tutt'altri contorni. «E non ha nulla a che vedere con la ristrutturazione del personale – puntualizza l'avvocato –. Si tratta di due situazioni completamente slegate l'una dall'altra».
Una questione di immagine – Il Ministero pubblico ha confermato a Petrini l'arresto del gerente, senza tuttavia rilasciare ulteriori dettagli. «Restiamo in attesa di sviluppi – ammette il legale –. Nel frattempo, ci preme tutelarci dal punto di vista dell'immagine. La KFC è una ditta pulita. Un cambio della gerenza? La giustizia non ha ancora espresso verdetti. Non si sa ancora in che misura il gerente del KFC di Mendrisio sia coinvolto nella questione. Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essere innocente. Stiamo a vedere». L'inchiesta è tutt'ora in corso. Nel frattempo sembrerebbe che nella vicenda siano coinvolte anche altre persone.
